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L’anno 1860,

il dì 11 settembre, in Bonito, noi Giuseppe de Blasiis, Maggiore della Legione del Matese e Francesco de Feo, Maggiore della Legione Sannita, dietro ordine ricevuto dal Comandante Generale Sig. r Carbonelli il dì 8 settembre in Paduli, ci recammo in Bonito nel dì nove del detto mese colle nostre legioni ed ivi ricevemmo un uffizio del Maggiore Santoro, che in nome del Sig. Carbonelli c’imponeva di fare arrestare le persone che avean prestato mano ai delitti ivi commessi nei giorni precedenti. Giunti in Bonito, prima nostra cura fu di acclarare quali individui aveano preso parte attiva nei disordini avvenuti in detto Comune, dove una massa di plebe avea deposto il Sindaco, Capo e Sotto capo urbano; e girando pel paese coi busti degli abborriti Borbonici, avea costretto la gente pacifica a gridare: Viva Francesco II, morte a Garibaldi, ed altre voci siffatte, a ciò mentre l’invitto Dittatore entrava in Napoli. Il dì appresso, mentre transitavano p le masserie dette di Morrone alcuni volontari di Greci fu sonata a stormo la campana della cappella, ed una mano di facinorosi aggredì i detti volontari, uno ne uccideva, altri due ne feriva. Procedendo alla investigazione dei fatti in parola, abbiamo trovato che coloro i quali si resero promotori dei disordini avvenuti in Bonito furono

   D. Arcangelo Monaco sacerdote

   D. Raffaele Santososso

   D. Andrea Canonico de Pietro

   D. Antonio Battagliese

   D. Crescenzio Battagliese

   D. Costantino Ferragamo supplente

   D. Salvatore Ferragamo ex - capo urbano

   D. Michele Ferragamo sacerdote

   D. Pasquale Primicerio Greco

Quelli poi che presero parte attiva nei tumulti furono

        Gaetano di Pietro

        Dionisio Beatrice

        Raffaele Grieci

        Angelo Cimino

        Saverio Grieco

         Pasquale de Benigno fu Nicola

         Alfonso Ferragamo

         Girolamo Ferragamo

         Pasquale Merola

10°       Giuseppe Meola

11°       Vincenzo Simonelli

12°       Carlo Durdiglione  e figli  ( probabilmente il cognome è Tordiglione )

13°       Vincenzo Camuso

14°       Luigi Rossetti

15°       Carlo Rossetti

16°       Domenico Inglese

17° D.  Nicola Ferragamo

18°       Saverio Camuso e figli

19°       Arcangelo Cuviello  ( Coviello )

20°       Nicola Maria Ruggiero

21°       Domenico Durdiglione e figli  ( probabilmente il cognome è Tordiglione )

22°       Federico di Pietro

23°       Pasquale d’Elia

24°       Nicola Freda

25°       Nicola Scalzillo

26°       Nicola Baltagliese ( Battagliese ) fratello dei due nominati

27°       Antonio Frattolillo

28°       Saverio Mauriello

29°       Eucidoro Antonelli

30°       Nicola Maria Ruggiero

31° D.  Nicola Greco

32° D.  Felice Greco

33° D.  Pasquale Simonelli

34°       Luigi Zizza

35°       Giuseppe Freda

36°       Francesco Saverio Dattoli

37°       Pasquale Russo

38°       Francesco d’Elia

39°       Antonio Spiritilli

A tutti quanti questi rubricati, ne vennero arrestati 16, dalla sera del 9 al mattino del dì 11 corrente.

Dirigemmo poi un distaccamento di legionari comandate dal Capitano Campagnano, e dal Tenente d’Emilio verso le masserie di Morrone , ove procedevano, secondo il verbale da essi redatto, ed annesso al presente. Noi dall’altra parte assodammo che autore del misfatto avvenuto ai Morrone, e complici dello stesso furono i seguenti individui:

    Giuseppe Ruggiero fu D. Liborio che tirò una fucilata all’estinto

    Angelo Belmonte che finì di uccidere il ferito

    Angiola Bellofatta che incito all’omicidio

    Raffaele Pepe

    Giuseppe Vigliotta alias Regnante

    il figlio di Filippo Ventre

    Saverio Greco fu Giovanni

    Andrea Greco di Vincenzo

    Carmine Greco fu Marco

10°  Giuseppe Greco fu Antonisio

11°   Antonio Lapenta di Mirabella

12°   Pasquale Pepe fu Domenico

13°   Saverio Greco di Luigi

14°    Pellegrino Greco  -

Testimoni del misfatto furono Antonio Chiericuzzo, Filippo Beatrice, Luciano Belmonte, Sabato Chiricuzza, Giuseppe Tufo, Nicola Iebba, Rosaria Tufo, Cesara Belmonte, Emmanuele Vigliotta, Andrea e Pasquale Barletta, Agostino Laverde, Giuseppe Giangregorio. Dai disordini avvenuti in paese ne possono far testimonianza D. Berardino Consolazio, il Sindaco ed altri gentiluomini che non si trovano rubricati fra i rei. Dagl’indiziati pel misfatto sono stati arrestati Angiola Bellofatta, ed un altro che unitamente ai 16 arrestati, pei disordini del paese, vengono condotti per mettersi a disposizione del Giudice di Grottaminarda.  Furono sequestrati dodici fucili che si affidarono a volontari inermi. Nella casa dei signori Ferragamo, fu trovata una cassa con danaro, e poiché vi erano i padroni di casa, fu suggellata la cassa in presenza del Sindaco. Di tutto ciò ne abbiamo redatto il presente processo verbale firmato da entrambi per rimettersi al Sig. r Comandante Generale Sig. r Carbonelli.

 

Il Maggiore della Legione del Matese

Giuseppe de Blasiis

 

Il Maggiore della Legione Sannita

Francesco de Feo