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GIUSEPPE SURIANI – Processo

 

Giuseppe Suriani

Processi Politici

ASCB Busta 131/1-5 fasc. b

 

 

La busta e composta dai fascicoli denominati a-b-c-d-e

 

Fasc. b

Tribunale del Circondario di Isernia

Circolo d’Assise di Campobasso

 

Volume delle deposizioni dei testimoni

 

  1. 3 – n. 117 del Reg. del 1869

 

Generalità dell’imputato o degli imputati

 

Domenico Franceschelli di Vincenzo

Domenico Petrino fu Felice

Vincenzo Celli fu Francesco

tutti di Miranda

 

Titolo e data del reato

 

Eccitamento alla guerra civile tra gli abitanti di una stessa popolazione e di parte attiva in un omicidio.

 

Data dell’arresto

 

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Indicazione della parte lesa

 

 

Giuseppe Suriani

 

 

Designazione dei corpi di reato

 

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Osservazioni 

 

 

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de’ misfatti dell’861

Circondario d’Isernia                                                                                          Comune di Miranda

Fol. 253 Rep. 31

 

Processo

Vol. 3°

 

Sull’eccitamento alla guerra civile tra gli abitanti di una stessa popolazione, e parte attiva presa nell’omicidio di D. Giuseppe Sariano di Lupara avvenuto ai 5 8bre 1860

 

 

 

Don  Domenico Franceschelli di Vincenzo

Domenico Petrino fu Felice                            di Miranda

Vincenzo Celli fu Francesco

 

 

Sunto del processo

 

In ottobre dell’anno decorso e propriamente nel giorno cinque la colonna dei Garibaldini capitanata dal Governatore de Luca non potendo resistere alle forze militari borboniche che in gran numero provvenivano da Venafro fu necessitata ritirarsi alla volta degli Abruzzi.  Per isventura  disordinata   fu la ritirata, e molti militi furono trucidati dai contadini insorti. Fra i sagrificati alle pendici del macerone vi fu D. Giuseppe Suriani di Lupara, le teste furono qui sotterrate. Di tale avvenimento D. Gennaro Albino per parte di D. Luigi Soriani padre del disgraziato D. Giuseppe ne esponeva querela costituendosi parte civile.

Pruova generica

 

Furon dissotterrate quattro teste che eransi  sepolte dal becchino Michele de Luca, una di esse fu riconosciuta appartenersi a D. Giuseppe Soriani da Nicola Pasquarella, Raffaele Pasquarella, e Pasquale Ciavarro.

Furon reperiti il soprabito e gilè del D. Giuseppe Soriani, e furon riconosciuti da D. Gennaro Albini in legale atto dimostrato come quelli che indossava in vita il Soriani.

 

Pruova specifica

 

La somma della istruzione offre di essere stato veduto Domenico Petrino che con un grosso palo dava dei spietati colpi ad un Garibaldino, tanto che spirò. Desso dai testimoni si specificava che aveva barba  e capelli rossastri, e vestiva soprabito color caffè, connotati che corrispondono principalmente allo estinto Soriani.

Se testimone poi contro scritto precisa di aver veduto che il detto Domenico Petrino tirò una bajonettata ad un Garibaldino che poi si disse essere stato  il figlio di un Sotto Intendente, qual’era il padre del Soriani-

Un sol testimone depone di essergli stato detto che D. Domenico Franceschelli in quel rimantro stava alla distanza di un tiro di fucile lontano dal luogo dello eccidio, raccogliendo gente per pedina.

Si attendeva foglio istruttorio dal Giudice di Carpinone, ma non essendo pervenuto si è stimato spedirsi il processo, cui sarà alligato appena perverrà.

Seguono gli adempimenti di rito-

Isernia 20 Settembre 1861

 

Il Supplente

Firma Illeggibile

Rif. pag. 1

 

L’anno milleottocento sessanta, il giorno ventisette Novembre, in Isernia

Innanzi a Noi Erasmo Manfredi Giudice del Circondario d’Isernia, assistiti dal Cancelliere Sost. si è spontaneamente presentato

D,,  Giuseppe Can.co Viti del fu Cosmo d’anni d’Isernia

Dopo le debite avvertenze di rito interrogato sull’oggetto della sua  comparsa

Ha dichiarato quale incaricato del Sig. D. Luigi Soriano di Lupara vengo a denunziarvi che il di costui figlio D” Giuseppe essendosi qui recato nel di quattro ottobre ultimo colla colonna portata dal Sig. Governatore de Luca, nel giorno seguente all’arrivo dei soldati Borbonici la detta colonna fuggì verso Casteldisangro, e lungo la strada tra il tenimento d’Isernia e Miranda il sud. e (suddetto) D. Giuseppe Soriano fu ucciso con altri dai rivoltosi, ed a tutti essi furono troncate le teste dal busto e portate in questo Capoluogo al Comandante la forza Borbonica, indi dal becchino Michele di Luca le indicate teste furono poste in una sepoltura di questo Camposanto con altri cadaveri. Or volendo si riconoscere se effettivamente tra le dette teste vi sia quella del Soriano, per parte del di costui genitore D. Luigi la prego di procedere all’atto di ricognizione sottoponendo le dette teste alla vista di Nicola Pasquarella Corriere della posta di Campobasso, Raffaele Sebastiani garzone o domestico della famiglia Soriano, e Pasquale Ciavarra  di Salcito qui dimoranti, i quali avendo piena conoscenza dello estinto D. Giuseppe Soriano, potrebbero facilmente riconoscere se tra le dette teste vi sia quella appartenente a costui.

Dietro lettura e conferma si è sottoscritto

Giuseppe Can. Viti                                                                        Il Giudice

  1. Manfredi

 

firma del cancelliere

 

Rif. pag. 3

segue mandato di comparizione per

 

  • Nicola Pasquarella
  • Raffaele Sebastiano
  • Pasquale Ciavarro

 

Isernia  27 ottobre 1860

 

Rif. pag. 4

 

L’anno milletottocento sessanta, il giorno ventisette Novembre, in tenimenti di Isernia

Noi Erasmo Manfredi Giudice F.F. da istruttore del Distretto di Isernia, assistiti dal Cancelliere Sost.o

Volendo esporre al riconoscimento di Nicola Pasquarella, Raffaele Sebastiano, e Pasquale Ciavarro qui di passaggio le diverse teste di Garibaldini e Guardie Nazionali, che furono uccisi dai rivoltosi in questa città nel dì cinque dello scorso ottobre, esposte dal becchino Michele di Luca diunita ai busti dai quali erano state troncate, con altri cadaveri nella sepoltura che esiste in questo Camposanto, onde osservare se tra esse vi sia quella appartenente a D. Giuseppe Soriano di Luigi di Lupara, che qui venne nel detto dì cinque facendo parte della colonna condotta dal Sig. Governatore.

Abbiamo fatto estrarre dalle prigioni il Sud.o becchino Michele di Luca, e custodito dalla forza lo abbiamo fatto condurre nel detto Camposanto ove ci siamo conferiti anche noi ed il Nostro Ca. So.

Ivi abbiamo rinvenuto i sopradetti individui opportunamente chiamati, i quali alle opportune domande han detto nominarsi

1 – Nicola Pasquarella fu Giovanni, d’anni 58 Corriere della posta di Campobasso

2 – Raffaele Sebastiano del fu Pasquale, d’anni 40 domiciliato in Salcito

3 – Pasquale Ciavarro del fu Rosario d’anni 37 di Salcito

 

Dopo di ciò abbiamo fatto venire alla nostra presenza il detto becchino Michele di Luca, e riscosso da esso il giuramento di dire la verità ed indicare secondo la verità ciò che gli verrà richiesto, gli abbiamo imposto di calare nella sepoltura ove pose le diverse teste e cadaveri nel dì 5 o 6  dello scorso mese di ottobre, e cacciare fuora le dette teste –

Il di Luca è calato nella detta sepoltura, e dopo aver rimosso diversi cadaveri ivi sepolti ha rinvenuto quattro delle teste da lui sepolte che ha cacciate fuora, e poste sul suolo presso la detta sepoltura

In seguito di ciò si è fatto chiamare Nicola Pasquarella che cogli altri si era fatto mettere in disparte, e riscosso dallo stesso il giuramento di dire la verità ed indicare secondo la verità ciò che gli verrà richiesto, gli abbiamo imposto di osservare le dette quattro teste, e di chiamarci se tra esse vi fosse quella appartenente al Corpo di D. Giuseppe Soriano

Ed egli dopo di averle attentamente osservate ha indicata una di esse con barba, mustacchi e capelli biondi, dicendo che essa si appartiene al Corpo del suddetto Giuseppe  Soriano da lui ben conosciuto per averlo portato più volte in carrozza –

Datagli lettura di quest’atto ha detto essere illetterato –

Il Giudice

E Manfredi

 

firma del Cancelliere

Rif. pag.5 verso

 

Indi è stato introdotto Raffaele Sebastiano, il quale  sulla nostra richiesta ha giurato di dire la verità ed indicare secondo la verità ciò che gli verrà richiesto mostratogli quindi le sud.te quattro teste situate come sopra, lo abbiamo richiesto di osservarle attentamente, e dichiararci se tra esse vi sia quella appartenente allo estinto D. Giuseppe Soriano

Il medesimo dopo di avere osservate le dette quattro teste così disposte, a primo aspetto ci ha indicata una delle teste, e propriamente quella di notata da Pasquarella, dichiarando che essa appartiene appunto al suo conoscente D. Giuseppe Soriano –

Dietro lettura e conferma ha detto essere illetterato –

Il Giudice

E Manfredi   firma del Giudice

 

firma del Cancelliere

 

 

Finalmente è stato introdotto Pasquale Ciavarra, il quale sulla nostra richiesta ha giurato di dire la verità, ed indicare secondo la verità  ciò che gli verrà richiesto

Mostratagli quindi le sud e quattro teste situate come sopra, lo abbiamo richiesto di osservarle attentamente, e di chiamarci se tra esse vi sia quella appartenente allo estinto D. Giuseppe Soriano

Il medesimo dopo di avere osservate le dette quattro teste così disposte, ha riconosciuta quella stessa indicata dai  precedenti Pasquarella, e Sebastiano, dicendo essere fra la testa del Sud.o Giuseppe Suriano, riconoscendola chiaramente dalla barba, mustacchi, e capelli biondi –

Dietro lettura e conferma ha detto essere illetterato –

Il Giudice

E Manfredi

 

firma del Cancelliere

Rif. pag. 6

 

In seguito di tali operazioni abbiamo fatto ricondurre nella sepoltura dal becchino di Luca le suddette quattro teste, ed essendosi ciò eseguito, abbiamo disposto che il de Luca fosse ricondotto in carcere

Di tutto ciò si è redatto il presente verbale, che dopo letto è stato sottoscritto da Noi e dal  Nostro Canc. Sost.

 

Il Giudice

E Manfredi

 

firma del Cancelliere

 

 

Al Signor Giudice istruttore del

Distretto  d’Isernia

 

Isernia 28 Novembre 1860

 

 

Signor Giudice

Rimetto a Lei per l’uso di giustizia un soprabito ed un gilè appartenenti, si vuole, al trucidato Giuseppe Suriano di Campobasso, e rinvenuti in casa di Angelantonio Cifolelli di Miranda, siccome attesta il porgitore Giuseppe Gentile, 1° Sergente di quella Guardia Nazionale; e metto poi a disposizione della medesima Giustizia l’arrestato Michele Gentile anche di detto Comune, prevenuto di reazione, di disarmo di quel Posto di Guardia, e di resistenza armata all’Esercito Piemontese sul Macerone, nonché di arresti arbitrari e saccheggio in unione al detenuto Raffaele Apollonio suo paesano –

 

Il Sotto Governatore

  1.     Venditti

 

Rif. pag. 8

 

Intima di comparizione per:

 

1 Carmine Antonelli

di Isernia                                           Isernia 28 Novembre 1860

2 Raffaele Celli

 

 

Rif. pag. 9

 

L’anno mille ottocento sessanta, il giorno ventotto Novembre, in Isernia

Noi Erasmo Manfredi Giudice del Circondario d’Isernia, assistiti dal canc. Sost..

Volendo procedere alla sigillazione del soprabito, e gilè rimessoci  al momento dal Sotto Governatore con suo foglio di p. data n. 45, abbiamo fatto venire alla nostra presenza previa citazione due testimoni di q ? Capoluogo, cioè

 

1 Raffaele Celli del fu Angelant. d’anni 44

2 Carmine Antonelli di Giovanni d’anni 44

 

Riscosso da essi il giuramento di dire la verità, ed indicare secondo la verità ciò che verrà loro richiesto, abbiamo loro mostrate i sopradetti oggetti, i quali avendoli osservati, han detto essere un soprabito di lanetta color caffè, ed un gilè anche di lanetta color cenerino con bottoni di madreperla –

Volendo conservare la identità degli oggetti medesimi li abbiamo avvolti in un foglio di carta grande fermandone gli estreme con quattro suggelli a cera lacca; il di cui imprimente di ottone  rappresentando un piccolo cerchio con frasa in mezzo si è data a confermare al testimone Antonelli – Sull’involto si sono apposte le firme dei detti testimoni quella nna sta per nostra e quella del Canc. Sost.

Di tutto ciò si è redatto il presente verbale che dopo letto è stato sottoscritto dai detti testimoni, da Noi e dal nostro Canc. Sost.

 

firme di

Raffaele Celli

Carmine Antonelli                                                                        Il Giudice

E Manfredi

 

Firma del Sost. Canc.

 

 

Rif. pag. 10

 

L’anno milleottocento sessantuno, il giorno nove Gennaio, in Isernia

Innanzi a Noi Eduardo Scarselli Supplente al Circondario d’Isernia ff:. pel Giudice Regio assistiti dal Canc. Sost. si è spontaneamente  presentato

  1. Gennaro Albino del fu D. Nicola d’anni 29, Notaio di Campobasso –

Dopo le debite avvertenze di rito interrogato sull’oggetto della sua comparsa

Ha dichiarato che suo cognato D. Giuseppe Suriani figlio del Sott’Intendente giubilato D. Luigi Soriani di Lupara fece parte del distaccamento delle Guardie nazionali dell Provincia venuto a reprimere la reazione in Isernia nel giorno 4 8bre 1860 – Che il detto Soriani nel giorno seguente dirigendosi con il distaccamento verso Casteldisangro fu aggredito nel tenimento di Miranda, e propriamente a due miglia di distanza da Isernia e propriamente da taluni masnadieri guidati da un tal  D. Domenico Franceschelli di Vincenzo di Miranda, e dalle indagini raccolte finora si è venuta a conoscere che gli aggressori principali del detto D. Giuseppe Soriani sono stati  Domenico Petrino fu felice e Vincenzo Celli fu Francesco amendue di Miranda – Che Vincenzo Celli dopo l’uccisione del Soriani gli troncò il capo, e lo portò in Isernia, ed Angelant.o Cifolelli fu Domenico denudò il cadavere, e fu preso il soprabito e gilè, che secondo le affermazioni del testimone Giuseppe Gentile fu Costanzo di Miranda, dovrebbero trovarsi depositati nella Cancelleria del Giudicato d’Istruzione d’Isernia- Il soprabito di lanetta color caffè, ed il gilè di lanetta color cenerino con i bottoni di matreperla.. Che testimoni di tali fatti sono 1°. Giuseppe Gentile fu Costanzo di Miranda, 2°.Il figlio di Fulgenzio Iantola di detto Comune; 3°. Giuseppe de Benedittis fu Pietro anche di Miranda, 4°. D. Michele Franchi di Campodipietra; Angelant.o Cifolelli di Miranda, e Luciano di Credda di Sessano –

Che circa un mese fa coll’assistenza del Giudice Regio d’Isernia Sig. Manfredi in presenza del Canonico D. Giuseppe Viti, e di Nicola Pasquarella il Carrozziere della posta d’Isernia fu procedendo alla ricognizione della testa del detto D. Giuseppe Soriani, la quale fu cacciata fuori della sepoltura del Camposanto d’Isernia dal becchino Michele di Luca, il quale ha asserito ciò soggiungendo di  essersene fatto analogo verbale dal Sig. Giudice, e che la testa tronca fu riconosciuta dai capelli ricci, e dalla barba color rossastra tanto dal garzone della famiglia Soriani, dal  d. Nicola Pasquarelli. e da Pasquale Ciavarra di Salcito dimorante in Isernia

Che il testimone Giuseppe Gentile ha detto che egli conosceva il luogo dove fu sepolto il cadavere mutilato del detto Sig Soriano e che l’alluvione avvenuta nel mese di Novembre ultimo avendo corroso il terreno do ve fu sepolto il cadavere, fa sospettare che esso fosse stato trasportato dalle acque – Ha detto inoltre il med.o Gentile che di tutti i fatti di sopra cennati fece egli dettagliata deposizione al Sotto Governatore D. Giacomo Venditti e che la deposiz. medesima fu scritta da D.Francesco Fantini, il quale, richiestone ha detto che la deposizione fu da lui consegnata al Sotto Governatore, ignorando l’uso che ne avesse fatto –

Il dichiarante Sig. Albino infine ha soggiunto che egli nell’esporre tali fatti intende produrre formale querela contro gli aggressori di suo cognato D. Giuseppe Soriano, tanto come cog. (cog.to) di esso, quanto come cittadino, e come incaricato a ciò dal padre del d. Soriano, il quale non solo fa espressa querela per mezzo di esso Sig. Albini, ma dichiara altresì di volersi costituire parte civile nel giudizio penale a carico di tutti i correi, a complici dell’assassinio di suo figlio giusta la dichiarazione per atto privato del 3 corrente, la quale rimane alligata al presente atto con la speranza? che Il Sott’Intendente D. Luigi Soriani nella sua qualità di parte civile elige il suo domicilio in Isernia in casa del Sig. D. Ferdinando Buccini, ed in Campobasso in casa del Sig. D. Pasquale Albino ai termini dell’art. 49  delle leggi di procedura penale –

Dietro lettura e conferma si è sottoscritto

Gennaro Albino

Il supplente

Scarselli

 

firma del Cancelliere

 

 

Timbro Regno delle due Sicilie ad inchiostro ed a secco

 

Col presente atto io qui sottoscritto Luigi Suriani del fu Felice, Sottintendente giubilato, domiciliato in Lupara, dichiaro che mio figlio Giuseppe essendo partito nel giorno 3 ottobre 1860 col Distaccamento delle Guardie Nazionali della Provincia ( nella qualità di Capitano delle Guardie Nazionali di Lupara) per reprimere la reazione suscitatasi in Isernia, restò vittima del furore taluni masnadieri guidati da D. Domenico Franceschelli, di Vincenzo, di Miranda, i quali masnadieri aggredirono nel territorio di Miranda a due miglia di distanza da Isernia, il giorno 5 ottobre detto anno, il suddetto mio figlio, nell’atto che il medesimo insieme ad altri individui del Distaccamento, si dirigeva pacificamente in Casteldisangro, essendo stati costretti evadere da Isernia da’ soldati Borbonici – Dalle indagini raccolte finora si è venuto a conoscere che gli aggressori principali del detto mio figlio, fossero stati Domenico Petrini fu Felice, e Vincenzo Celli fu Francesco, amendue di Miranda: Che i testimoni dell’aggressione, e de’ particolari che l’accompagnarono sono 1°. Giuseppe Gentile fu Costanzo – 2°. Angelantonio Cifolelli fu Domenico – 3°. Il figlio di Fulgenzio Tortola – 4°. Giuseppe de Benedictis fu Pietro, tutti di Miranda – 5° D. Michele Franchi di Campodipietra – 6°. ? Luciano de Credda di Sessano –

Io qui sottoscritto quindi col presente atto espondo formale querela per la uccisione ed assassinio del detto mio figlio; domando la punizione de’ colpevoli qualunque essi fossero.

Siano gli individui sopra indicati, sieno altri che potessero scoprirsi in prosieguo e mi costituisco parte civile, eligendo all’uopo il mio domicilio in Isernia in casa del Sig. Ferdinando Buccino, ed in Campobasso in casa del Sig. Pasquale Albino, a termini dell’art. 49 delle Leggi di Procedura Penale, salvo a fornire alla Giustizia altri chiarimenti, e chiedendo espressamente la intimazione di tutti gli altri  che debbono essermi intimati  a’ termini di Legge.

 

Lupara 3 Gennaro 1861

 

Luigi Suriani

 

 

Rif. pag. 14

 

Compariscano innanzi a Noi

 

1 – Carmine Antonelli

2 – Raffaele Celli

Il  Supplente del Circondario d’Isernia

Eduardo Scarselli

 

Rif. pag. 15

 

L’anno mille ottocento sessantuno, il giorno nove Gennaio, in Isernia

Noi Eduardo Scarselli Supplente al Circondario di Isernia ff: pel  Giud..e impedito, assistiti dal Canc. Sost.

 

Volendo esporre al riconoscimento di D. Gennaro Albino tanto il soprabito, che il gilè sigillati nel dì 1° dic. ultimo alla presenza dei testimoni Carmine Antonelli e Raffaele Celli, …………

 

 

 

Don Gennaro Albino fu  D. Nicola d’anni 29 Notaio di Campobasso

 

Rif. pag. 17

 

L’anno 1860, il giorno 18 Novembre in Isernia

Innanzi di Noi Giacomo Venditti Sotto Governatore di questo Distretto d’Isernia assistito dal nostro Segretario Signor Fortini è stato tradotto il nominato Vincenzo Celli del fu Francesco, del Comune di Miranda  dal Sergente della Guardia nazionale Sig. Giuseppe Gentile per averlo arrestato ieri, trovandosi  essere uno di coloro che si trovò presente a diversi eccessi commessi dai reazionari di Miranda, di Sessano, di Pesche, ed altrove, e propriamente nel luogo detto Ponte dello Sterparo all’estremo pendio del Macerone, partecipandovi forse  – Essendo ciò abbiamo allo stesso diretta diverse interrogazioni cioè.

  1. Che avete a dirci adunque di quello che vedeste, o praticaste nel giorno 5 del caduto ottobre –
  2. Ha risposto. Una carrozza sfilava da Isernia verso il Macerone: E tutta quella gente, o di Pesche, o di Sessano, o di Carpinone che non saprei distinguere la fermò sciogliendone i cavalli, e quindi la fracassò. Trassero da dentro tre individui che in essa si trovavano, e ligarono gli altri due che andavano a cavallo. Si diedero a svaligiare la carrozza, ed in tal mentre quei tre calati di dentro cercarono di d’interrarsi per un vallone tra le vigne onde avere scampo. Raggiunti i disgraziati furono uccisi, due a colpi di schioppo da alcuni naturali di Sessano, che non seppi e non potrei distinguere. Il terzo di essi salito per fuggire su di un limitone fu colpito da un uomo di Miranda con un grosso palo, e sotto molti colpi spirò. Dopo ciò andarono ad uccidere gli altri due che avevano ligati ed andavano a cavallo –
  3. Voi dunque conoscete che un uomo di Miranda vostro paesano uccise a colpi di palo quell’individuo- Dite se lo sapete chi fu, e descrivetemi l’ucciso? –
  4. Ha risposto, L’ucciso aveva statura piuttosto alta, corporatura non piena, con barba di pelo biondo – L’uccisore fu uno dei figli di Felice Petrino a nome Domenico, contadino, e guidatore per lo più di armenti.
  5. Uccisi quegli individui quali altri atti si praticarono contro quelli cadaveri –
  6. Ha risposto. Cinque di Sessano recisero le teste a quei morti per trasportarli in Isernia –
  7. Sapresti il nome di alcuno di quelli?
  8. ha risposto- Uno di essi mi disse che era fratello a Giovanni di Creddo a nome Angelo, come quello mi disse
  9. E’ successe veramente il trasporto in Isernia ?

Ha risposto – Si avviarono verso Isernia ed io con essi unitamente all’altro paesano suddetto Domenico Petrino. Giunti al di sopra del Casino una volta de’ Signori Pace, oggi di D. Vincenzo Cimorelli, era a terra ucciso un altro individuo che all’abito, ed alla chierica si appalesava essere un Sacerdote perché anche il calzone che solo colla camiciola lo vestiva, indicavano essere neri e di Sacerdote – Anche a questo fu reciso dai Sessanesi il capo che infilzandolo in un asta di scure vollero che si trasportasse da lui, mentre l’altro estremo si portava da un altro tra gli stessi di Sessano.

  1. Ove portaste quei capi recisi ?
  2. Ha risposto. Si portarono in Isernia, e per dire dei Comandanti la Gendarmeria che stava in Isernia furon gittati innanzi la Casa di D. Stefano Jadopi che ardeva, e proprio nell’androne di essa. Dopo ciò egli si ritirò in Miranda.
  3. Potete dirci se altri di Miranda conoscono gli stessi fatti, e possono contestarli ?
  4. Ha risposto. Giuseppe de Benedictis, Michele – Angelo Tortola o Iortola di Fulgenzio, ed Angelantonio Cifelli fu Domenico alias Miserera, debbono sapere le istesse cose perchè i primi li trovai allo Sterparo, e l’Angelantonio Cifelli venne meco. Almeno ebbano sapere tutto l’avvenuto allo Sterparo perché da là in Isernia fui io solo ed il detto Domenico Petrino –
  5. Avete altro a dirci –
  6. Ha risposto. Non Signore – Non altro ricordo.

Di tutto ciò se ne è formato il presente, letto al dichiarante che lo ha confirmato, e non firmato per non saperne. Si è sottoscritto da Noi dal Segretario, e dal conduttore Gentile –

 

Il Segretario                                                                                     Il Sotto Governatore

Francesco Fortini                                                                             G. Venditti

 

Rif. pag. 19

 

Il Giudice istruttore

dispone

 

che la presente processura venghi compilata sopra luogo, ed all’effetto vi accederemo domani 15 andante col nostro Cancelliere

 

 

 

Rif.  pag. 20

 

Citazione a comparire per

 

1  Giuseppe Gentile fu Costanzo

2  Giuseppe de Benedictis

3  Vincenzo Gentile fu Dionisio

4  Angelantonio Cifolelli

5  Vincenzo de Benedictis

6  Il figlio di Fulgenzio Tortola

tutti di Miranda

 

nella Casa Comunale di Miranda, domattina 14 andante mese, alle ore 15 in poi.

Isernia 13 Gennaio 1861

Il Giudice Istruttore

E Manfredi

 

  1. Morelli

 

 

 

Rif .pag. 21

 

L’anno milleottocentosessanta, il giorno quattordici Gennaio in Miranda-(errore anno)

Innanzi a Noi Erasmo Manfredi Giudice Istruttore del Distretto d’Isernia, assistiti dal Commesso giurato Sig. Morelli ff. da Cancelliere, previa chiamata, è comparso –

 

Giuseppe Gentile fu Costanzo, d’anni 60, proprietario qui domiciliato –

Ha giurato di dire tutta la verità: null’altro che la verità: a’ detto essere indifferente colle parti –

Interrogato analogamente

Ha risposto –

Per incarico ricevuto dal Sig. Governatore de Luca, sendomi occupato a venire a conoscenza delle persone che aggredirono la carrozza che nel giorno 5 ottobre movea per gli Abbruzzi, allorché la Colonna comandata dallo stesso fu costretta fuggire da Isernia per l’arrivo colà delle Truppe Borboniche, dietro accurate indagini prese essendomi giunto a notizia che in quel fatto si trovò presente il mio paesano Angelantonio Cifelli, fui sollecito informarmi da costui dell’accaduto, e mi disse che la detta carrozza fu fermata da Michele Notarianni di Cosmo di Pesche scaricando contro la stessa un colpo di arma da fuoco, e quindi aggredita dagli altri rivoltosi di detto Comune, di Sessano, di Carpinone, e di qui saccheggiarono la carozza medesima . Dall’altro mio paesano Giuseppe de Benedictis appresi, che cinque di que’ infelici che andavano in essa  vennero tutti sagrificati, e che fra gli altri un giovane con coppola rossa

venne dal mio paesano Domenico Petrino ammazzato con un colpo di palo in testa. Dopo altro colpo di scure vibratogli  da un’individuo di Sessano, che non conobbe.

A chiarificare chi fosse costui, avendo vieppiù approfondito, seppi da Vincenzo Gentile di qui, che Luciano di Creddo di Sessano, conosce l’autore del  primo colpo dato al giovane sudetto

Ad altra dimanda

Ha risposto

Lo stesso Giuseppe de Benedictis, mi riferì che ‘l ripetuto Angelantonio Cifolelli; conservava un involto di panni sorpreso nella carrozza aggredita, e perciò dal fratello dello stesso nome Emilio Cifolelli; dietro mia richiesta, mi venne consegnato un soprabito, ed un gilè, che subito portai al Sig. Sotto Governatore d’Isernia –

Precedente lettura e conferma si è sottoscritto

Giuseppe Gentile

Il Giudice

Emanfredi

 

  1. Morelli

 

 

 

 

 

 

 

Rif. pag. 22

 

Nello stesso giorno

Citato è comparso

Giuseppe de Benedictis fu Pietro, di anni 40 , contadino qui domiciliato-

Ha giurato di dire tutta la verità: null’altro che la verità: a’ detto conoscere, e non avere alcun rapporto colle parti.

Interrogato analogamente –

Ha risposto –

Nel giorno 5 del caduto Ottobre ferveva qui la scoppiata reazione, ed io mi stava a travagliare in campagna, alla contrada detta Usciano, quando a circa le ore 20 molti naturali di Sessano, armati di schioppi, zappe, pali, e scuri in passando di colà mi obbligarono con minacce seguirli- A scampare qualche sinistro aderì alle loro voglie, come furon costretti praticare anche i miei paesani Michelangelo Tortola di Fulgenzio, e Vincenzo de Benedictis – Giunti al Ponte detto dello Sterpari, trovammo colà, molti altri rivoltosi dello stesso Comune, e di Carpinone, i quali teneasi ligati in mezzo la consolare due individui- Eravi quivi anche una carrozza senza cavalli – In tal mentre esci (uscì) dalla Rava per la parte sottoposta al detto ponte un galantuomo con soprabito color caffè e coppola rossa, Avea costui la barba, e capelli rossardi, il colorito del suo volto era bianco, e rosso – Appena che fu visto dai rivoltosi, uno di essi del Comune di Sessano, gli assestava un colpo colla testa della scure sui lombi, e quindi il mio paesano Domenico Petrino fu Felice, vibrandogli altro colpo di palo di legno in testa lo facea cadere a terra – Poscia tutti gli altri si fecero straziare l’infelice, che a poco cessò di vivere – Altri due compagni incontravano lo stesso destino, mentre usciti dalle circostante vigne per tentar forse la fuga, furon dagli stessi rivoltosi aggrediti, e stesi al suolo

A sbrigarsi degli altri due, che i primi rivoltosi tenean ligati, fecero a costoro andare spietatamente incontro alla stessa morte-

Ad altra dimanda

Ha risposto –

Non sazi que’ snaturati della commessa strage staccaron le teste da’ busti degli esangui cadaveri, e conficcandole ai pali per la strada che mena ad Isernia si avviarono, menando vanto della loro crudeltà –

Altro non conosco di si fatale evento –

Precedente lettura e conferma si è asserito illetterato

Il Giudice

E Manfredi

 

  1.     Morelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rif. pag. 23

 

Nello stesso giorno

Citato è comparso

Vincenzo Gentile fi Dionisio, di anni 35 proprietario qui domiciliato –

Ha giurato di dire tutta la verità: null’altro che la verità : aa’ detto conoscere, ed essere indifferente colle parti –

Interrogato analogamente

Ha risposto –

Essendomi recato in Carpinone alla fiera di S. Rocco che colà si celebra nel di  I 0? di ottobre, Luciano di Creddo di Sessano, parlando meco di fatti luttuosi d’Isernia, di qui, e degli altri luoghi, mi disse, che conoscea il suo paesano, che avea dato il primo colpo, ad un giovane che fu ammazzato ne’ tenimenti di Miranda con altri quattro compagni nel giorno 5 dello stesso mese di Ottobre.

Altro non conosco –

Precedente lettura, e conferma si è sottoscritto

 

Vincenzo Gentile                                                                           Il Giudice

E Manfredi

 

  1. Morelli

 

 

 

 

Rif. pag. 24

 

nello stesso giorno –

Citato, è comparso –

Angelantonio Cifolelli fu Domenico d’anni 18, contadino qui domiciliato –

Ha giurato di dire tutta la verità: null’altro che la verità : a’ (‘ al verso contrario anche per i precedenti) detto conoscere, ed essere indifferente colle parti –

Interrogato analogamente

Ha risposto –

Io non conosco gli autori della strage de’ cinque individui commessa nel 5 Ottobre caduto anno, al Ponte della Rava agro di Miranda, mentre quando arrivai, rinvenni solo i cadaveri denudati a terra –

Ad altra dimanda

Ha risposto

Il soprabito, e gilè consegnato da mio fratello Emilio Cifolelli al paesano Giuseppe Gentile, furon da me trovati in mezzo la strada nuova –

Dimandato a dire il vero, e di non occultare le circostanze a lui note intorno all’avenimento

Ha risposto = Il vero o’(‘ contrario) detto, e null’altro conosco –

Dietro lettura e conferma a’ (‘ al contrario) detto essere illetterato –

Il Giudice

E Manfredi

 

  1. Morelli

 

 

 

 

Noi Giudice

Considerando che il testimone a’ cercato d’occultare la verità a favore gl’imputati –

Disponiamo

Che lo stesso sia sperimentato col carcere, com’è stato eseguito –

Il Giudice

E Manfredi

 

  1. Morelli

 

Rif.pag. 25

 

Nello stesso giorrno –

Citato,é comparso

Vincenzo de Benedictis di Egidio, di anni 19, contadino qui domiciliato –

Ha giurato di dire tutta la verità: null’altro che la verità : a’ detto conoscere, ed essere indifferente colle parti –

Interrogato analogamente

 

Nel dì 5 ottobre scorso stavo a travagliare in campagna alla Contrada Usciaro in questo tenimento, quando a circa le ore 20 vidi passare per la consolare molt’individui di Sessano, armati di fucile, zappe, scuri, e pali, i quali mi obbligarono per forza seguirli; ma io, avendoli seguito per poco tratto, mi rimasi dietro, e ritornai al travaglio – Dopo pochi momenti intesi delle grida, e de’ colpi, e quindi appresi che erano stati uccisi tre infelici che fuggivano –

Precedente lettura, e conferma si è asserito? analfabeta

Il Giudice

E Manfredi

 

  1. Morelli

 

Rif. pag. 26

 

Citazione a comparire per

 

1 Domenico Rampone

2 Giuseppe Guglielmi

3 Domenico di Benedetto

4 Gaetano Gentile

 

Miranda 15 Gennaio 1861

Il Giudice

E Manfredi

 

  1. Morelli

 

 

 

 

 

 

 

 

Rif. pag. 27

 

Giudicato d’Istruzione

del

Distretto d’Isernia

Miranda 15 Gennaio 1861

 

 

Al Signor Sindaco di Miranda

 

 

Signore

 

Sarà compiacente segnare al margine del presente, che mi restituirà, quattro persone probe che conoscono, senza averci relazione  di parentela od amicizia i nomati D. Domenico Franceschelli, Domenico Petrino fu Felice, e Vincenzo Celli fu Francesco di questo Comune

 

Il Giudice Istruttore

E Manfredi

 

Probi

Domenico Rampone

Giuseppe Guglielmi

Domenico di Benedetto

Gaetano Gentile

 

Il Sindaco

Felice Cifolelli

 

 

 

 

 

 

 

Rif.pag. 28

 

L’anno Milleottocentosessanta, il giorno quindici Gennaio in Miranda (errore)

Noi Erasmo Manfredi Giudice Istruttore del Distretto d’Isernia, assistiti dal commesso giurato Sig. Morelli ff. da Cancelliere;

Volendo assodare le qualità morali degli imputati D. Domenico Franceschelli, Domenico Petrino fu Felice, e Vincenzo Celli fu Francesco di qui, previa chiamata, abbiamo fatto venire alla nostra presenza in questa Casa Comunale, quattro probi di questo Comune indicatici dal Sindaco locale, cioè:

1 Domenico Rampone fu Emiddio, di anni 33;

2 Giuseppe Guglielmi di Geremia, di anni 40;

3 Domenico di Benedetto fu Bellisario, di anni 55; e

4 Gaetano Gentile di Ludovico, di anni 34.

Tutti proprietari qui domiciliati –

I quali dopo aver prestato il giuramento di dire tutta la verità :null’atro che la verità:

Cian l’uno separatamente dall’altro, e quindi concordemente dichiarato –

Che il loro paesano D. Domenico Franceschelli a’ serbato sempre lodevole condotta, e dal pubblico viene ritenuto come uomo da bene, ed incapace a commettere qualsiasi piccolo reato –

Che gli altri due paesani poi Domenico Petrino fu Felice, e Vincenzo Celli fu Francesco, sebbene avessero serbata sempre lodevole condotta sotto tutti i rapporti; pure dal pubblico, ora veggonsi notati, come rivoltosi, e dicesi pure che i medesimi siano stati a parte cogli altri tre fatti criminosi consumati in Isernia, e nella strage di cinque garibaldini alla contrada La Rava

Precedente lettura, e conferma si sono sottoscritti –

Domenico Rampone

Giuseppe Guglielmi

Domenico di Benedetto

Gaetano Gentile

Il Giudice

E Manfredi

 

  1. Morelli

 

 

Rif. pag. 29

 

Citazione a comparire per

 

  • Giuseppe gentile di Miranda
  • Angelantonio Cifolelli detenuto in q.a prigione

 

Isernia 25 Gennaio 1861

 

 

Rif. pag. 30

 

L’anno milleottocentosessantuno, il giorno ventisei Gennaio in Isernia

Noi Erasmo Manfredi Giudice Istruttore del Distretto d’Isernia, assistiti dal Commesso Giurato Sig. Morelli ff. da Cancelliere –

Volendo sentire in contraddizione il testimone in esperimento Angelantonio Ciofolelli, e Giuseppe Gentile, abbiamo fatto estrarre il primo da queste Prigioni, e tradurre alla nostra presenza colla scorta della forza pubblica, e quindi libero, e sciolto da ogni ligame introdurre coll’altro nella Camera degli esami –

Interrogati convenevolmente

Il Cifolelli si è tenuto fermo nella sua dichiarazione, dicendo non aver affatto parlato con esso Gentile degli autori dell’omicidio di che tratta la presente procesuura –

Il Gentile si è sostenuto, affermando che il Cifolelli non solo manifestò con lui gli autori dell’omicidio in parola, ma anche coll’altro paesano D. Giovanni Nucci –

Precedente lettura, e conferma si è sottoscritto il solo Gentile essendosi l’altro asserto (o asserito) illetterato

Giuseppe Gentile

Il Giudice

EManfredi

 

  1. Morelli

 

 

 

Rif. pag. 31

 

Al Signor Procuratore Generale del Re

presso la G. C. Criminale di Molise

 

Michele Ferrante fu Ferdinando

Martino Corrado

Emmanuele Gentile

tutti di Miranda

 

Luigi Suriani di Lupara parte civile nel giudizio penale a carico degli uccisori di suo figlio Giuseppe espone alla di Lui autorità che i testimoni segnati a margine conoscono molti fatti relativi all’avvenimento, e particolarmente possono indicare il luogo dove fu aggredito il detto Giuseppe Suriani da D. Domenico Franceschelli, e dagli altri masnadieri da lui condotti –

Lupara 19 Gennaio 1861

Luigi Suriani

 

Rif. pag. 32

 

Citazione a comparire per

 

  • Michele Ferrante fu Ferdinando
  • Marino Corrado
  • Emmanuele Gentile di Michele
  • Giovanni Nucci

Tutti di Miranda

 

Isernia lì 1 Febbraio 1861

 

Rif. pag. 33- 34

 

L’anno mille ottocento sessantuno, il giorno due Febbraio, in Isernia

Innanzi a Noi Erasmo Manfredi Giudice del Circondario d’Isernia delegato, assistiti dal canc. Sost. è comparso previa? citazione D. Giovanni Nucci del fu Saverio d’anni 54 Sacerdote di Miranda

Ha giurato di dire tutta la verità null’altro che la verità: ha detto conoscere e non avere alcun  rapporto colle parti –

Interrogato convenientemente

Ha dichiarato nel giorno in cui fuggi da Isernia la colonna condottavi dal Sig. Governatore de Luca, fra gli altri omicidi che si consumarono, vi furono quelli di cinque nazionali sacrificati al luogo detto Sterparo, i quali fuggivano in una carrozza, come seppi per pubblica  voce. In quella stessa sera seppi che il mio paesano e nipote Angelant.o Cifolelli era tornato in Miranda portando seco talune spoglie degli uccisi, ed incontratolo in uno dei giorni  posteriori cercai di conoscere se avesse anch’egli parte in quella strage; ma lo stesso mentre mi assicurò per la negativa, dicendo di avere a terra raccolte quelle spoglie, mi confidava pure che uno dei cinque disgraziati uccisi, e precisamente un giovane di bianca carnagione, di capelli e barba tra il biondo ed il  rosso era stato sacrificato con colpi di palo dall’altro paesano Domenico Petrino fi Felice- Soggiunse che furono ai cinque uccisi recise le teste, e condotte in Isernia- Assicurava infine che era stato presenta a tale strage

Dietro lettura e conferma si è sottoscritto

Giovanni Nucci                                                                    Il Giudice

  1. Manfredi
  2. Cocucci

Rif. pag. 35

 

Nello stesso giorno e luogo

Noi suddetto Giudice

Volendo sentire in contraddizione il testimone Sig. Nucci, coll’altro testimone in esperimento Angelantonio Cifolelli, onde conciliare i loro detti, abbiamo fatto estrarre costui dalla prigioni e tradurre alla nostra presenza nella camera degli esami, libera e sciolto da’ ligami, ove dopo le debite avvertenze di rito interrogato convenientemente

Il Sig. Nucci ha ripetuto alla presenza del Cifolelli la precedente sua dichiarazione

Cifolelli ripetendo la sua precedente dichiarazione, ha aggiunto di non avere mai tenuto alcun discorso sull’oggetto col testimone suo zio Sig. Nucci

Del che si è redatto il presente verbale sottoscritto dal Sig. Nucci per essere il Cifolelli illetterato

Giovanni Nucci

Il Giudice

E Manafredi

 

C Cocucci

 

 

Noi Sud.o Giudice non avendo potuto indurre il testimone Cifolelli a dichiarare la verità alla giustizia, abbiamo disposto che egli sia ricondotto in carcere in luogo di esperimento –

 

Il Giudice

E Manfredi

 

C Cocucci

Rif. pag. 36

 

L’anno milleottocentosessantuno, il giorno Due Febbraio in Isernia

Innanzi a Noi Erasmo Manfredi Giudice Istruttore del Distretto d’Isernia, assistiti dal Commesso Giurato Sig. Morelli, previa citazione è comparso Emmanuele Gentile di Michele, di anni 27 contadino di Miranda

Ha giurato di dire tutta la verità null’altro che la verità: a’ detto conoscere ed essere indifferente colle parti –

Alle opportune dimande

Ha risposto

Nulla conosco direttamente sugli autori della strage de’ cinque garibaldini avvenuta il dì 5 Ottobre scorso anno, in questo tenimento alla contrada Sterparo, se non ché dal mio paesano Michele Ferrante mi venne tal lugubre fatto narrato, soggiungendo che a’ miseri erano state staccate le teste da’ busti, e questi rimasti in mezzo la strada pasto delle belve, e quelle portate in Isernia – Mi disse benanche che il nomato D. Domenico Franceschelli trovavasi alla distanza di un tiro di fucile da quel luogo di orrore e di lutto, raccogliendo gente per spedirla colà –

Altro non conosco –

Precedente lettura, e conferma a’ detto essere analfabeta

 

Il Gidice Istruttore

  1. Manfredi

 

  1. Morelli

 

 

Rif. pag. 37-38-39

 

L’anno milleottocentosessantuno il giorno ventuno Marzo in Isernia

Noi Michele Carbone Giudice del Circondario d’ Isernia assistiti dal Canc. Sost.  Sig. Cocucci

Volendo risentire il testimone in esperimento Angelantonio Cifolelli,  lo abbiamo fatto estrarre dalle prigioni e tradurre alla nostra presenza nella Camera degli esami, ove disposto? libero e sciolto da ligame alle opportune dimande, ha detto chiamarsi

Angelantonio Cifolelli qualificato al folio

Interrogato convenientemente

Ha dichiarato = In un giorno che non rammento di preciso  del mese di 8bre girai per varie campagne in contrada la Rava per procurarmi dei fichi quando da sopra il colle Corio mallo sentiva dire dai contadini Angelantonio ed Antonio alias la Badessa padre e figlio, nonché dal così detto figlio di Sorgitto che i Garibaldini andavano a Miranda per distruggerlo. Infatti si vedevano venire costoro a massa confusa battere la consolare e dirigersi al Macerone senza punto divergere per Miranda, la quale veniva inseguita da un’altra massa di contadini di diversi Comuni forniti di ogni sorta di armi rustiche e militari. Per la curiosità discesi da quel colle nel basso e mi accostai verso la Consolare. In questo frattempo Domenico Petrini con una mazza niente indifferente, uscendo dalle campagne di sotto mi richiese, fattosi a me dappresso della persona del Sacerdote D.. Giovanni Nucci, forse col triste intendimento di fargli qualche aggravio: gli risposi che doveva stare in casa sua, e quegli riprese essergli stato detto di trovarsi ricoverato sotto una siepe. In dir ciò si avviò per la consolare per inseguirvi i garibaldini, alla co da da’ quali andava una carrozza che restò indietro perchè i cavalli camminavano lentamente. Era passato circa un quarto d’ora che vidi passare a tutto galoppo due uomini a cavallo dei quali conobbi  il solo Michele Notarianni di  Pesche a motivo che era stato meco alla seccala. Questi due passarono quasi tutti i contadini che correvano appresso ai fuggitivi garibaldini e pervennero a quel punto della strada così detto Barraccone, dove fermarono quella carrozza e la obbligarono voltare indietro per Isernia facendole di scorta. La detta carrozza fu fermata sopra il Ponte dello Sterparo nel ritorno alla distanza di una cinquantina di passi, ove io mi trovava. Vidi che nella carrozza vi era un sol Garibaldino giovine tra i 24 anni senza barba vestito di soprabito, e senza che in testa portava alcun berretto o cappello, di giusta statura, e proporzione. Lo si fece scendere dalla carrozza un contadino disse: questo è un impiegato di Campobasso: portiamolo in Isernia. Contemporaneamente vidi nella turba contadinesca un altro Garibaldino con barba, senza rammentare altri connotati, che veniva rovistato, mentre esso battendosi il gilè mostrava di non aver altro che la immagine della Madonna del Carmine. Furono ambedue riuniti per menarli in Isernia –  Quasi nel contempo fu sparato da un contadino a me ignoto una fucilata ad un terzo Garibaldino, che forse erasi ricoverato in un letto di un fiume a secco detto Rava. Immentinenti gli furono addosso un’infinità di contadini ad alla rinfusa l’uccisero e poi lo spogliarono- nello stesso tempo sentii la voce di uno che gridava di non aver fatto niente, e vidi essere un contadino che veniva ucciso allo stesso modo con ronche e accette- da ultimo intese alla distanza di un  centinaio di passi giusti sulla consolare due fucilate l’una dopo l’altra ed intesi dire dai contadini = Mo hanno ucciso quelli che avevano a portà ad Isernia – Ed infatti giudicai che effettivamente fossero stati uccisi – Mentre prendevano questi quattro amici di quei due che stavano a cavallo si vedevano andar sotto di sopra in mezzo dei reazionari. Non distinsi se ci stava Domenico Petrini che suppongo che vi doveva essere perché lo aveva veduto inseguire i Garibaldini. Indi tolsero i cavalli da sotto la carrozza, e vi si misero a cavallo, ed è contadini vi si posero nell’interno ed altri la tiravano a mano-In questo punto me ne andai perché vedeva che anche la turba si dirigeva verso Isernia. Strada facendo pel paese trovai un gilè ed un soprabito buttato per terra, eguale vestimenta furono consegnate da mio fratello Emilio Cifolelli a questo Sotto Governatore. Giunto al paese, pubblicamente si  diceva che agli uccisi Garibaldini avevano recise anche le teste. Ciò mi fece meraviglia per non essere successo alla mia presenza, e giudicai che ciò era dovuto avvenire che abbandonai il sito, da cui avevo osservato questi spettacoli –

Domandato, se avesse veduto altri Mirandesi od altri contadini di altri paesi a lui noti

Ha risposto di non averli conosciuti

Domandato a somministrare i connotati dell’altro individuo che andava a cavallo

Ha risposto di non ricordarli

Dietro lettura e conferma ha detto essere illetterato, dopo di chè è stato posto in libertà

 

 

 

  1. Carbone
  2. Cocucci

 

Rif. pag. 40

 

Si certifica da noi Sindaco del Comune di Miranda che Michele Ferrante, ed Antonio Corrado, contadini di questo Comune suddetto si trovano assenti dal  Comune suddetto, il primo ignorando il luogo ove rattrovasi, ed il secondo si trova detenuto nelle prigioni Centrali della Provincia.

Si rilascia il presente da valere per uso di giustizia

 

Miranda il primo Marzo 1861

 

Il Sindaco

Felice Cifolelli

 

 

Ludovico Gentile  …..Co.g

 

 

 

Rif. pag. 41

 

L’anno milleottocentosessantuno, il giorno sedici Aprile in Isernia

Estratto dell’interrogatorio di

Alessandro Cerri fu Daniele anni 64 contadino di Sessano

Signore “ Vecchio come sono non poteva, e né presi alcuna parte nelle reazioni di questo Distrettoi, che anzi non nè sono giammai discostato dal mio paese.

  1. Vi è a notizia il fatto con cui i Garibaldini fuggendo per la via del Macerone in una Carrozza, furono raggiunti, ed uccisi da contadini, tra i quali vi erano quelli di Sessano
  2. Giuseppe Cardassiere della Fara S. Martino ammogliato in Sessano, che ora si dice essere arrestato in Carpinone, Raffaele Altieri furono quelli, che perseguitando la colonna del Governatore de Luca per la salita del Macerone, fermarono una carrozza entro di cui avevano rinvenuto de’ Garibaldini, che erano stati ammazzati, e che la carrozza era stata condotta in Carpinone da me osservata nelle vicinanze del largo così detto la Croce nel giorno quattordici del mese di ottobre in occasione di fiera, e che generalmente veniva curiosata.

Il cavallo che tirava la carrozza assalita al Macerone fu condotta pubblicamente in Sessano dal cennato Scardassiere della Fara, il quale molti giorni dopo fu obbligato restituirlo al padrone, che era un Tavernaio di Bojano.

Detto cavallo era di manto bajo – oscuro, forse di misura, ma allentato fu da me veduto pascolare nel Feudo del Barone, e delle persone dicevasi, che quel cavallo era uno di quelli che tiravano la detta carrozza assalita: Tutto o Detto ciò mi costa per averlo inteso pubblicamente raccontare in quel tempo dalla gente del mio paese –

  1. Entro Sessano, o in quelle vicinanze sono stati ammazzati altri Garibaldini ?
  2. Pochi giorni dopo il fatto consumato al Macerone stando io a travagliare inteso dire pubblicamente in campagna, che la Guardia di Chiauci portava tre Garibaldini arrestati, e che molti di Sessano con uomini e femmine con violenza ce li tolsero, ed uccisero nel luogo detto le Fonti. Non sapendo indicare l’uccisore di que’ tre disgraziati –

Lettura datogli si è sottoscritto=Firmato<Alessandro Cerri=

Il Giudice=Michele Carbone=Carlo Cocucci Cancelliere Sostituto  Isernia 31 Luglio 1861

 

Per Estratto

Il Cancelliere Sostituto

Luigi Zappone?

Visto dal Giudice

  1. Carbone

 

Rif. pag. 42

 

L’anno milleottocentosessantuno il giorno diciassette aprile in Isernia

 

Estratto dello interrogatorio di

 

Nunzio d’ Ippolito di Giovanni, di anni 28, contadino domiciliato in Sessano

Signore “ Sono rimasto estraneo alle reazioni avvenute in Isernia e nei paesi del Distretto, e ne io ho fatto parte della Guardia nazionale, che in quell’epoca fu istallata in Sessano. neppure nella scorsa settimana ho cercato tenere in agitazione il paese con voci sediziose  fumendando speranze sul ritorno di Francesco II° per mezzo de’ Tedeschi –

  1. Conoscete qualche circostanza relativa alla carrozza assalita nel Macerone quando fuggiva la Colonna del Governatore de Luca nel dì cinque ottobre ultimo ?
  2. Pubblicamente dicevasi per Sessano che Mastro Giuseppe Scardassiere della Fara S. Martino, a capo di altri Sessanesi armati avevano sopraggiunta per la salita del Macerone una carrozza a tre cavalli piena di Garibaldini, che dopo di averli uccisi , si presero la carrozza ed i cavalli. Che uno dei cavalli fu preso da’ Gendarmi ed era il migliore, che un altro cavallo era stato preso da’ Carpinonesi, i quali si erano impadroniti della suddetta carrozza, e il terzo cavallo fu condotto in Sessano dal detto Mastro Giuseppe, e che poscia fu restituito al Tavernaio di Bojano. Non conosco chi de’ paesani tenne mano nell’assalimento di detta carrozza –
  3. Conoscete coloro, che misero i tre Garibaldini che conducevano i naturali di Chiauci nella contrada Fonte ?
  4. In un giorno, che non rammento il preciso, del mese di ottobre, trovandomi nella Montagna, sentiva a circa un miglio di lontananza gridare a S. Venditto a S. Venditto mo sono arrivati, ed indi vidi una quantità di popolo, ed intesi l’esplusione di tre colpi di fucile a circa le ore 22 – La mattina seguente mi fu raccontato, che i tre colpi erano stati tirati a tre Garibaldini, che venivano condotti ligati da’ naturali di Chiauci. Si diceva che uno degli uccisi era di Portocannoni, un altro di Campobasso, e dell’atro non si parlò del luogo nativo. Non si diceva chi furono i barbari uccisori. Dal sito in cui io mi trovava nell’atto dell’espulsione vidi che la folla del popolo accorse dopo i colpi, e quando questi furono tirati si osservavano una trentina di persone

Dategli lettura ha detto contenere il vero e di essere analfabeta =Firmati=Il Giudice=Michele Carbone=Carlo Cocucci Cancelliere Sostituto=Isernia 31 Luglio 1861

 

Per Estratto

Il Cancelliere Sost.

Luigi Zappone?

Visto dal Giudice

  1. Carbone

Rif. pag. 43

 

Estratto della dichiarazione di

D,, Pasquale Tella fu Palmerino di anni 52 Sacerdote di Sessano

Nella sera quella massa di armati ritirò in paese, e Giuseppe Battistone portò un cavallo in compagnia di Raffaele Altieri di Pasquale, Michele Petrollini di Domenico Giovinotto di circa anni 16, raccontava che egli trovandosi al Macerone aveva veduto che un Garibaldino sparò da sopra un traino, o carrozza una fucilata a Domenico Gafrancesco di Biase, il quale per lo riparò chinandosi a terra, e che poi costui aggredì quel Garibaldino, e con lo spiedo che tolse al Petrollini ferì nel petto il detto Garibaldino, ed indi coll’accetta terminò di ucciderlo, e che indi il detto Gafrancesco aver troncata allo stesso la testa, e l’aveva portata al Maggiore Sardi, prendendosi il fucile dello stesso – Che Giuseppe Battistone essendosi avvicinato ad un Garibaldino che stava ferito a terra chiese chi viva, quegli rispose. Viva Garibaldi. gl Battistone proseguì a dire chi viva altrimenti ti ammazzo.  Quegli rispose = Viva Garibaldi. . Allora il Battistone gli schiacciò la testa con una zappata. Diceva pure che Raffaele Battistone con altri di Carpinone avevano fermato la carozza, si avevano preso un cavallo, e che la carrozza era stata portata in Carpinone

datagli lettura e conferma si è sottoscritto =

Firmati=Pasquale Tella=Il Giudice Michele Carbone= Carlo Cocucci Cancelliere Sostituto –

Isernia 31 Luglio 1861

Per Estratto

Il Cancelliere Sost.

Luigi Zappone

Visto dal Giudice

  1. Carbone

 

 

 

 

Rif. pag. 44

 

 

Estratto dalla testimonianza di

  1. Benedetto Ripetuo fu Giuseppe di anni 50, arciprete Curato di Sessano.

Solamente ha inteso dai testimoni Nicola Augelli fu Domenico, e Gaetano Mancini fu Giuseppe, che Giuseppe Battistone, e Raffaele Altieri avevano aggrediti una carozza di Garibaldini alla salita del Macerone, e si avevano tolto un cavallo, che portarono in Sessano, cavallo che posteriormente fu preso dai Garibaldini –

Firmati=Benedetto Ripetuo=Michele Carbone Giudice=Carlo Cucucci Cancelliere Sostituto

Isernia 31 Luglio 1861

Per Estratto

Il Cancelliere Sostituto

Luigi Zappone

Visto

Dal Giudice

M: Carbone

 

 

 

 

 

 

 

 

Rif. pag. 45

 

L’anno milleottocentosessantuno, il giorno ventiquattro Aprile in Sessano

 

Dichiarazione di

Michele Petrollini di Domenico di anni 17, Sarto di Sessano

A dimanda ha risposto

Nei principii dell’ultimo decorso ottobre in un mattino veduto, che circa un centinaio di compaesani si avvicinavano alla volta d’Isernia mi presi una scure  e mossi anche io a quella volta, e no sono al caso o capo d’indicare alcuno de’ sopradetti paesani non ricordandoli. Via facendo vidi trascinare una carrozza, tirata da cavalli di manto scuro, da molti individui a me sconosciuti ad eccezione di un solo che ritenni di Carpinone dal suo modo di vestire, alla volta d’Isernia, e mi si disse non rammento da chi essere stato tale legno tolto a taluni Garibaldini. Approssimandomi al ponte sotto del quale passa l’acqua che s’immette nella fontana d’Isernia vidi molta gente che dal Macerone si conduceva in quest’ultima Città, dicendosi essere ivi arrivati le truppe borboniche, nè riconobbi alcuno fra quelli individui –

Via facendo però sentì da persone, che non ricordo che Domenico di Blasio, il quale era venuto a provvedersi di uno spiedo in una casa in quel mattino prima di partire, con lo spiedo medesimo aveva ammazzato un Garibaldino. Giunto in Isernia nel vedere molti cadaveri di persone trucidate giacersi per terra, ne misi sulla porta della Chiesa di S. Pietro senza muovermi di là –

Ad altra dimanda è stato negativo=Dietro lettura e conferma si è sottoscritto=Firmato=Michele Petrollini=Il Giudice=Michele Carbone=Carlo Cucucci Cancelliere Sostituto

Isernia 31.. Luglio 1861

Per Estratto

Il Cancelliere Sost..

Luigi Zappone?

Visto

Dal Giudice

  1. Carbone

 

 

Rif. pag. 46

 

Estratto dalla dichiarazione di D. Carmine Tella fu Raffaele di anni 36 Sindaco di Sessano

Mi ricordo pure che nella sera  del 5 a 6 ottobre suddetto Antonio Petrecca di Donato, e Giuseppe Battistone ebbero parte nella persecuzione della colonna del Governatore de Luca, ed i medesimi portando un cavallo dicevano pubblicamente di averlo preso sotto una carrozza de’ Garibaldini che fuggivano –

Firmati=Carmine Tella=Il Giudice=Michele Carbone=Carlo Cucucci cancelliere Sostituto

Isernia 31. Luglio 1861

Per Estratto

Il Cancelliere Sost.

Luigi Zappone ?

Visto

Dal Giudice

  1. Carbone

 

 

 

Rif. pag. 47

 

Estratto dalla dichiarazione di

Gaetano Mancini fu Giuseppe di anni 39. contadino di Sessano

In questo mentre veniva una carrozza non tirata da cavalli, ma da contadini di Carpinone a me ignoti, e da due paesani di qui cioè Giuseppe Battistone, ed Angelo Petrollini di Domenico; e questi due ultimi mi dissero che in unione di quelli di Carpinone  avevano guadagnato quel legno alla salita del Macerone – Poscia condussero la detta Carrozza in Carpinone dove fecero tutta come intesi dire, giacché i due miei paesani la pretendevano, ed i Carpinonesi perché di maggior numero vinsero, e Battistone, e Petrollini ebbero un cavallo.

Firmati=Michele Carbone Giudice=Carlo Cucucci Sostituto Cancelliere= Isernia 31. Luglio 1861

 

Per Estratto

Il Cancelliere Sost.

Luigi Zappone ?

Visto

dal Giudice

  1. Carbone

 

 

Rif. pag. 48

 

 

Riesaminato il testimone in esperimento

Michele Petrollini Ha dichiarato –

Presente agli omicidi dei Garibaldini non mi trovai, commessi alle pendici del Macerone, e solo per detti sentito dire che Domenico Iafrancesco di Biase aveva ucciso un Garibaldino, cosa vera perché lo stesso lo confessò a mia  madre Pasquala  di avere ucciso un Garibaldino al Macerone conficcandogli uno spiedo nelle viscere perché avendogli intimato di fermarsi quello aveva continuato a fuggire. Nel punto ove io non passai, ossia pel ponte dell’acqua vidi venire sopra di un cavallo Antonio Petrecca di Donato, e Raffaele Altieri di Pasquale, sopra di un altro cavallo Giuseppe Battistone, e sopra di un terzo cavallo Domenico Iafrancesco, e si diressero in Isernia, mentre una carrozza veniva tirata dai contadini di Carpinone quasi in trionfo. Arrivata la massa in Isernia gridava. Viva Francesco II° e indi i Soldati si presero due dei tre cavalli, ed il terzo fu portato in questo Comune venendo governato una settimana dal Battistone, ed altra settimana dall’Altieri.  Si faceva il saccheggio in quella Città, e si fucilavano i Garibaldini, che si prendevano innanzi al Palazzo di Jadopi, che andava in fiamme. Circa duegento persone Sessanese ebbero parte nel saccheggio portando ciascuno il suo fardello, ed io comprai dai soldati due quadri per grana quindici ed otto carte di bottoni per due carlini.. Tra i miei paesani conobbi Antonio Ceglia o Caglia, ed Antonio Evangelista Calandriello  ed altri che non rammento=Firmati=Michele Petrollini=Michele Carbone Giudice=Carlo Cucucci Cancelliere Sostituto –

Noi predetto Giudice Istruttore –

Ritenendo che il testimone non abbia detto tutta la verità, abbiamo disposto che sia ulteriormente in isperimento in carcere=Isernia 31 luglio 1861.

Per Estratto

Il Cancelliere Sost.

Luigi Zappone?

Visto

Dal Giudice

  1. Carbone

 

Rif. pag. 49

 

 

Estratto dall’atto di contraddizione tra

  1. Pasquale Tella, e

Michele Petrollini

 

Letto ad essi le parti delle rispettive dichiarazioni, dalle quali sorge la contraddizione, e fatto osservare al Petrollini, che mentre il Tella dice di aver esso comunicatogli di aver veduto Domenico Iafrancesco uccidere un Garibaldini a colpo di spiedo e troncandogli la testa con la scure, come pure avere presenziato alla uccisione di altro Garibaldino fatta da Giuseppe Battistone, ed alla sorpresa di una carrozza eseguita da Raffaele Battistone e da altri, esso poi nella sua dichiarazione tace tale circostanza –

Ha risposto= Non avere altro comunicato al Tella se non quanto ha deposto sono prima in giustizia=

Interrogato all’oggetto alla sua volta il Tella, ha sostenuto a viso aperto in faccia al Petrollino ciò che trovasi da lui precedentemente detto, senz’altro aggiungere o variare –

Del che se nè è formato il presente sottoscritto da essi Tella, e Petrollini, e da noi e dal Cancelliere Sostituto-Firmati=Pasquale Tella=Michele Petrollini=Il Giudice=Michele Carbone=Carlo Cucucci Cancelliere Sostituto –

Fu disposto che il Petrollini fosse stato ristretto in carcere per esperimento=Isernia 31, luglio 1861

 

Per Estratto

Il Cancelliere Sost.

Luigi Zappone

Visto

Dal Giudice

  1. Carbone

 

Rif. pag. 50

 

L’anno milleottocentosessantuno, il giorno ventidue Maggio, in Isernia

 

Interrogatorio di

Giuseppe Battistone di Martino di anni 33, candelaro di Fara S. Martino dimorante in Sessano –

Interrogato pel motivo arresto – Ha risposto –

Venne arrestato in Carpinone da circa sei mesi per reato forestale –

Interrogato sulla imputazione che gravita a suo peso –

Ha risposto – Nel giorno 5” bassi ottobre ultimo sonava a stormo la campana nel nostro paese, onde tutto il popolo si fosse armato giacché era venuto da Carpinone il così detto figlio di Palmetta, bandista per nome Giovanni Giuliano portando una lettera al Sindaco, senza conoscere chi la mandava, e diceva armatevi, e correte tutti, i Garibaldini vogliono incendiare il paese e menar via le vostre donne – Lo stesso Sindaco D. Carmine Tella secondava questo movimento, e quindi a stuolo tutto il popolo corse alla volta d’Isernia – Stavamo impostati chi armato di fucile, chi di scure, e chi di mazze, sulla traversa di Campobasso presso le masserie di Chiovitti attendendo che i Garibaldini fuggissero per la volta di Campobasso, ma costoro vedendo i colli pieni di popolo nemico, presero la via del Macerone per gli abbruzzi. Circa dugento tra contadini di Pesche, Carpinone, e Sessano li inseguirono. Tra i persecutori vi era anch’io, ed in mia compagnia venivano i miei paesani di Sessano, cioè il Guardiaboschi Nicola -spazio bianco- Raffaele Altiero. Antonio Petrino di Domenico, Antonio……………figlio del notaro, e Michele Giacchetto alias zichele tutti armati di fucile meno quest’ultimo che era armato di scure. Passato il Casino del Signor Cimorelli stava morto a terra un Sacerdote e più innanzi un’altro vecchiotto, ed in poca d’istanza altri due Garibaldini ligati nelle braccia, e tutti morti. Giunti co’ compagni sul ponte ove comincia la salita del Macerone scendeva alla nostra volta una carrozza accerchiata da contadini tra quali vi era Carmine di Sessano di cognome altiero. Fermatasi la carrozza al piano furono tagliate le coregge, e de’ tre cavalli uno se ne impossessò , un altro andò in Carpinone, ed il terzo venne in Sessano per averlo io tolto ad un Pescaruolo, e per i strada venne cavalcato dal Guardaboschi Raffaele Gualtieri. Il detto cavallo veniva governato, per essere preda comune, dal detto guardiaboschi, da me, e dall’indicato Raffaele Altieri, nonché da Raffaele Petrecca –

D” apici bassi- Chi furono gli uccisori de’ quattro Garibaldini trovati uccisi nelle adiacenze del ponte ove fu fermata la carrozza

  1. In presenza mia non fu ucciso nessuno, ed ignoro se fossero stati uccisi de’ Garibaldini –

D” E’ vero che in Isernia vennero portate sei o sette teste di Garibaldini uccisi.

  1. Non le vidi –

D” Siete stato agli attacchi di Pettorano, e del Macerone ?

R” Non Signore

D” Nel saccheggio d’Isernia, vi prenteste parte, oppure vedesti chi vi prese parte ?

R” Quasi tutti i paesani ritornavono in patria  co’ loro fasciotti meno che io –

D” Tenesti mano negli omicidii dei Garibaldini che venivano spediti da Chiauci

R” Essendosi sparsa la voce che venivano i Garibaldini si sparse la forza che in un punto , chi in un altro, e poscia si verificò che erano tre Garibaldini condotti dalle Guardie di Chiauci, i quali vennero uccisi da Antonio Petrecca di Donato, dal figlio della salaiola Donato D’Ippolito fu Giovanni, Donato di Francesco, nonché Angelo delli Cappellitti casato in Torremaggiore =

Firmati= Il Giudice=Michele Carbone=Raffaele Cucucci Cancelliere Sostituto

Isernia 31 Luglio 1861 oppure Isernia Il. luglio 1861

Per Estratto

Il Cancelliere Sost.

Luigi Zappone

Visto

Dal Giudice

  1. Carbone

 

Rif. pag. 52

 

Isernia li 26 Agosto 1861

 

Al Sig. Giudice Regio di S. Elia

 

Signore

Nel giorno cinque ottobre scorso anno la colonna comandata dal Governatore de Luca, non potendo sostenersi contro forze militari Borboniche in gran numero venivano da Venafro, fu obbligato battere in ritirata alla volta degli abbruzzi – Disgraziatamente una tale ritirata fu disordinata, e molti militi Garibaldini vennero trucidati dai contadini armati, che perseguitavano quella colonna. Tra i sacrificati, giusto al prinicipio del Macerone figura D” Giuseppe Suriano di Lupara, il quale con altri fuggiva in una carozza, la quale veniva sovraggiunta da villani, che sacrificarono tutti coloro che vi andavano dentro. Vennero accagionati di un tal sacrificio Domenico Petrini fu Felice, Vincenzo Celli Fu Francesco di Miranda, nonché D. Domenico Franceschelli che comandava le schieri riazionarii –

Si assume che D” Michele Franchi di Campodipietra possa somministrare delle pruove per tal fatto

La prego Signor Giudice udire il precennato testimone sopra il dinotato fatto per raccogliere tutti gl’indizi, per raggiungere i colpevoli e confido che vorrà discaricare questa mia nota a preferenza

Il Giudice Istruttore

  1. Carbone

Rif. pag. 53

 

Isernia 28 Agosto 1861

 

Citazione per

 

1 Il figlio di Fulgenzio Tortola

2 Michele Ferrante                         di Miranda

3 Marino Corrado

 

Rif. pag. 54

 

Certificazione di morte per Marino Corrado, figlio di Giovanni e Maddalena Franceschelli morto il giorno diciannove del mese di Agosto 1861

Miranda 28 Agosto 1861

 

 

 

Rif. pag.   55

 

L’anno milleottocentosessantuno, il giorno ventinove Agosto in Isernia

Innanzi a Noi Michele Carbone Regio Giudice del Circondario di Isernia, assistiti dal Cancelliere ssi è presentato per effetto della cedola che prende

Michelangiolo Tortola, di Fulgenzio, di anni 16 di Miranda – Indifferente –

Dietro gli avvertimenti di rito che ha ritenuto,  e le opportune domande

Ha dichiarato che in un giorno che non ricorda di preciso ma del mese di ottobre ultimo egli si trovava sul Macerone a travagliare quando una turba di contadini armati di fucili e strumenti rurali di vari paesi aggrediva una carrozza entro cui eranvi dei Garibaldini, ed altri Garibaldini a cavallo e li metteva barbaramente a morte, ed in siffatto rimantro conobbi il suo paesano Domenico Petrino di Felice tirava una bajonettata ad uno di quelli, che poi si disse essere stato il figlio di un Sotto Intendente

Ad ogni altra domanda è stato negativo –

Previa lettura, e conferma si è detto illetterato

  1. Carbone

Luigi Zappone Sost.

 

Rif. pag.56

 

 

Si nota

che questo Signor Supplente in pari data ha spedito foglio Istruttorio al Giudice di Carpinone per la udizione del testimone Luciano di Credda di Sessano su fatti che riguardano la presente processura

Isernia 2. Settembre 1861

Luigi zappone Sost.

 

Visto

Il Giudice Suppelnte

illegibile

 

 

 

Rif. pag. 57

 

L’anno milleottocentosessantuno, il giorno sei Settembre-In Isernia

Innanzi a Noi  Eduardo Scarselli Supplente nel Giud zio predetto, assistiti da S.° Cancelliere, per effetto della cedola contenuta ne’ precedenti atti è comparso

Michele Ferrante

fu Ferdinando, di anni 21 di Miranda, contadino – Indifferente

Dietro gli avvertimenti di rito che ha ritenuto, e le opportune domande

Ha dichiarato che egli ignora ogni circostanza attenente all’omicidio in persona di D. Giuseppe Suriani, e non conosce affatto il luogo ove costui fu messo a morte dagli insorti reazionari nel di 4 ottobre ultimo, per non esservisi affatto trovato presente –

Previa lettura e conferma si è detto illetterato

 

Il Supplente

Scarselli

 

Luigi Zappone Sost.

 

 

 

 

 

Rif. pag. 58

 

Giudicato del mandamento                                                                    Jelsi 9 Sett. 1861

 

 

 

Al Signor Giudice

Isernia

 

 

Signore

Le ritorno il foglio di posizione datato a 26 Agosto ultimo di unita alla dichiarazione di D. Michele Franchi di Campodipietra

 

Il Giudice

Gaetano Cascella

 

Rif. pag. 59

Stessa lettera di pag. 52

 

Rif. pag. 60

 

cedola per

Michele Franchi

 

 

 

 

 

Rif. pag. 61

 

L’anno 1861 il giono 6 Sett. in Campodipietra

Noi Gaetano Cascella Giudice del Mandamento di Jelsi, assistiti da Cancelliere Sostituto –

Seduto d’ufficio del Signor Giudice Istruttore d’Isernia che precede volendo quindi raccogliere la deposizione del Signor Franchi, previa citazione abbiamo fatto venir costui alla nostra presenza, il quale ha detto chiamarsi

  1. Michele Franchi fu D. Gennaro di anni 21 proprietario domiciliato in Campodipietra

L’indifferente

Richiesto analogamente ha risposto:

Che nel mese d’ottobre dello stesso  anno 1860 sventura volle che la  schiera dei volontari Garibaldini dovettero ritirarsi da Isernia,  perché sopraffatti dalla truppa borbonica. Che esso dichiarante faceva parte delle prime, piegò con il suoi compagni verso il Macerone, precisamente sulla montagna che domina un tal fiume. Giunto alla sommità del stessa  vidi che una carrozza con entro alcuni individui  diriggevasi verso il ponte sottoposto alla ridetta Montagna; ma prima di arrivare al ponte medesimo cinque individui due dei quali gli sembravano appartenenti alla classe civile,  e tre o i tre contadini, aggredirono la ridetta Carrozza trassero fuori da essa tre galantuomini, ed a furia di pugnalate li freddarono. Che accorsero propria in quel medesimo luogo vari altri contadini armati di ronche, e scuri si riunirono agli aggressori sud.i spogliarono le di loro vittime –

Che dei primi aggressori i due che gli sembravano civili erano armati di schioppi. e tra i secondi arrivati ve  n’era anche uno armato di fucile, che tutti gli altri contadini che presero parte ad un tale assassinio affrontavano i’ tormenti rurali, cioè, zappe, scuri

Ad altra domanda ha risposto che trovandosi esso dichiarante, come ha già detto alla sommità della Montagna, a circa due tiri di schioppo lontano dal punto menzionato, potetti appena distinguere dagli abiti il contadino dall’uomo civile, ne conobbi mai chi fossero tanto le vittime che gli aggressori

Che quelle campagne adiacenti eran piene di  cotesti reazionari.

Che appena si soffermò per osservare la trista scena, ed indi andò via prendendo altra vicina montagna, e dirigendosi alla volta degli Abruzzi,  onde congiungersi alla Truppa italiana colà stanziata –

Ad ogni altra domanda è stato negativo –

Dietro lettura e conferma si è sottoscritto

Michele Franchi

Il Giudice

Gaetano Cascella

 

Rif. pag. 64 – 64 bis

 

Perquisizioni

 

Riscontrati i registri penali sistenti nel Giudicato del Mandamento di Isernia, in essi si sono trovate le seguenti notate sul conto di D. Domenico Franceschelli, Domenico Petrino e Vincenzo Celli di Miranda –

A carico del Franceschelli

 

  1. 46 del registro dei misfatti 1860

 

Arresto arbitrario eseguito in Miranda in persona del Giudice di Bojano D. Giosuè Ciafardini, e di costui figlio D. Francesco il di 5, ottobre 1860. Il processo fu spedito al suo destino

 

  1. 66 del registro dei delitti 1848.

 

Ferita grave per gli accidenti commessa a 17 marzo 1848, in persona di Pietro Ferrante. Con sentenza del dì 27 maggio detto anno fu condannato a due mesi di prigionia, e spese

Vi fu prodotto appello, e se ne ignora l’esito

 

  1. 237 del registro dei delitti 1850.

 

Percosse lievi commesse in persona di Michelangelo Franceschelli il dì 22 Settembre 1850. Con sentenza del dì 11 ottobre detto anno fu dichiarato il non costa

 

  1. 278 del detto registro

 

Recisione di due cerri del costo di ducati 9, il dì 26 dicembre 1850, in danno di Raffaele Francischelli. Vi fu la rinuncia all’istanza

 

A carico del Petrino

 

  1. 47 del registro de’ misfatti 1849

 

Tentato omicidio a colpo d’arma da fuoco, con asportazione di dett ‘arma il di 14 agosto 1849, in persona di Emmanuele Franceschelli

 

  1. 15 del registro dei misfatti 1852

 

Furto di tomoli due di grano del costo di ducati 3.60, e di D.ti 2.62, contanti qualificato per lo tempo, e mezzo la notte del 6 a 7 maggio 1852, in danno di Giovanni Petrino

 

  1. 46 del registro dei misfatti 1860

 

Arresto arbitrario eseguito a Miranda in persona del Giudice di Bojano D. Giosuè Ciafardini, e di costui figlio D. Francesco il dì 5. ottobre 1860. Detti processi furono spediti al loro destino

 

  1. 277. del registro dei delitti 1849

 

Asportazione d’arma vietata “schioppo” senza permesso della polizia a dì 14 agosto 1849. Con sentenza del dì 10. dic.e 1849, fu condannato a sette mesi di prigionia e ducati 4 di ammenda correzionale a pro del Tesoro, e spese. Vi fu prodotto appello se ne ignora l’esito

 

Carico del Celli

 

  1. 104 del registro dei delitti 1846

 

Ferita lieve commessa il dì otto maggio 1846, in persona di Lucia Fasano o Farano. Con sentenza del 17. agosto 1846, fu condannato a sei mesi di esilio correzionale. Vi fu prodotto appello, e se né sconosce l’esito

 

  1. 22 del registro dei delitti 1847

 

per cosa grave per gli accidenti a 29. dicembre 1846, in persona di Domenico de Benedictis . Con sentenza del 10  marzo 1847 fu dichiarato il non costa

 

  1. 32 del registro dei delitti 1853

 

Contusione lieve il dì 18 (errore) gennaio 1853, in persona di Mariantonia Spugnardi. Con sentenza del 16. gennaio detto anno fu condannato ad un mese di esilio correzionale. Vi fu prodotto appello e si ignora l’esito.

 

  1. 289 del registro dei delitti 1859

 

 

Recisione di quindici faggi del costo di ducati 9.60, commessa il dì 20 marzo 1859, in danno del Comune di Miranda Con sentenza del dì 15 dicembre 1859, fu dichiarato nullo il verbale redatto dal guardaboschi

 

Isernia 20 Settembre 1861

 

Luigi Zaappano Sost. Canc. ?

Visto

Dal Supplente

Scarselli

 

 

 

 

 

Rif. pag. 65

 

Certifico io qui sotto scritto Cancelliere Comunale di Miranda, che avendo perquisiti i registri di nascita, ho rinvenuto Domenico Petrino di Felice, e Maddalena Apollonio esser nato ai  24 Aprile 1840

Miranda lì 28 Settembre 1861

 

Il Visto del Sindaco

 

Il Cancelliere

Ludovico Gentile

 

 

Il Sindaco di Miranda, certifica che Domenico Petrino di do Comune, non ha industria visibile, ne semoventi. Non ha rendite provvenienti da contratto mutuo, ne censi enfiteutui, nè bollari, nè possiede capitali. Non è mercante trafficante, nè capo d’orti: non esercita mestiere lucroso. Non possiede beni sotto altro nome, ne partato nei pubblici registri. Si certifica che all’epoca del reato il nominato aveva oltrepassato gli anni diciotto, ne possedeva i beni enunciati

 

Miranda 28 Settembre 1861

 

Il Sindaco

 

Ludovico Gentile Canc.

 

 

 

 

Rif. pag. 66

 

Certifico io qui sotto scritto Cancelliere Comunale di Miranda, che avendo perquisiti i registri di nascita, ho rinvenuto D. Domenicantonio Franceschelli figlio di Vincenzo e D. Angela Sabella esser nato ai  23 Gennaio 1827

Miranda lì 28 Settembre 1861

Il Visto del Sindaco

 

Il Cancelliere

Ludovico Gentile

 

Il Sindaco di Miranda, certifica che Mariano del Decca, contadino domiciliato in do Comune, non ha industria visibile, ne mobili, nè semoventi.. Non ha rendite provvenienti da censi enfiteutui, nè bollari, nè possiede capitali nascenti da contratto di mutuo.. Non è mercante, trafficante, né capo d’orti: non esercita mestiere lucroso. Non possiede beni sotto altro nome, ne è portato nei pubblici registri. Si certifica che all’epoca del reato il nominato aveva oltrepassato gli anni diciotto, ne possedeva i beni enunciati

 

Miranda 28 Settembre 1861

 

Il Sindaco

 

Ludovico Gentile Canc.

 

Rif. pag. 67

 

 

Certifico io qui sotto scritto Cancelliere Comunale di Miranda, che avendo perquisiti i registri di nascita, ho rinvenuto  Vincenzo Antonio Celli di Francesco esser nato ai  16 Aprile 1814

 

Miranda lì 28 Settembre 1861

 

Il Visto del Sindaco

 

Il Cancelliere

Ludovico Gentile

 

 

Il Sindaco di Miranda, certifica che Vincenzo Antonio Celli di detto Comune, non ha industria visibile, ne mobili, semoventi. Non ha rendite provvenienti da  censi enfiteutui, né bollari, né possiede capitali nascenti da contratto di mutuo. Non è mercante trafficante, nè capo d’orti: non esercita mestiere lucroso. Non possiede beni sotto altro nome, ne portato ai pubblici registri. Si certifica che all’epoca del reato il nominato aveva oltrepassato gli anni diciotto, ne possedeva i beni enunciati

 

Miranda 28 Settembre 1861

 

Il Sindaco

 

Ludovico Gentile Canc.

Rif. pag. 70

 

Giudicato Regio d’Isernia                                                 Isernia 21 Gennaio 1861

 

Al Signore

Sig. Proc. del Re presso la Gran Corte C. di Molise in Campobasso

 

Settimale de’ misfatti

 

Eccitamento alla guerra Civile tra gli abitanti di una stessa popolazione, e parte attiva nell’omicidio di D. Giuseppe Suriano di Lupara, avvenuta ai 5 8bre 1860

 

+ D. Domenico Franceschelli

+ Domenico Petrino fu Felice

+ Vincenzo Celli fu Francesco

 

 

Signore

  1. Luigi Sariani di Lupara per mezzo del suo procuratore D. Gennaro Albino, ha denunziato che nel dì cinque 8bre del passato anno il di lui figlio Giuseppe essendosi qui recato colla Colonna del Sig. Governatore de Luca nel fuggire da q. (abbr) Capo Luogo all’arrivo delle truppe Borboniche era stato barbaramente ucciso in tenimento di Miranda dai rivoltosi indicando autori di tale misfatto D. Domenico Franceschelli, Domenico Petrino fu Felice e Vincenzo Celli fu Francesco del detto Comune di Miranda Il reat è stato piazzato sul registro corrispondente colla rubrica al margine, e se nè sta istruendo il corrispondente processo –

 

Il Giudice

  1. Manfredi

 

Rif. pag. 71

 

Giudicato Regio d’Isernia                                                       Isernia 30 Settembre 1861

 

al Signor

Sig. Procuratore Generale del Re

presso la G.C. Criminale

Campobasso

 

 

Signore

Le rimetto istruito il processo portante il n. 2 dei Crimini del passato esercizio a peso di D. Domenico Franceschelli, ed altri

 

Il supplente

  1. Scarselli

 

Pervenuto a’ 25 Ottobre 1861

 

 

 

 

A’ 14 novembre 1861

Il P.M.

 

Visti i precedenti atti  a carico di D. Domenico Franceschelli, Domenico Petrino e Vincenzo Celli di Miranda imputati come dagli atti

Chiede

 

 

che contro Petrino si spedisca mandato d’arresto, e che per Franceschelli e Celli si conservino gli atti in Archivio fino a nuovi lumi

 

?  Cadagnone

 

Viglione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rif. pag. 72

 

VITTORIO EMMANUELE II°

PER GRAZIA DI DIO, E PER VOLONTA’ DELLA NAZIONE

RE D’ITALIA

 

 

l’anno mille ottocento sessantuno il giorno 23 del mese di Novembre  in Campobasso.

La Gran Corte Criminale, composta da’ Signori Viglione Presidente di G. C. Criminale, Leone e Cirillo Giudici

Con l’intervento del Pubblico Ministero rappresentato dal Giudice V. Cadagnone

Ed assistita dal Cancelliere V. Giaccari

Veduti gli atti a carico di D. Domenico Franceschelli, Domenico Petrino e Vincenzo Celli di Miranda imputati di eccitamento alla guerra civile tra gli abitanti di una stessa popolazione, e parte attiva presa nell’omicidio di D. Giuseppe Suriano di Lupara.

Veduta la requisitoria del P.M. del dì 14 corrent. mese, richiesta spedizione di mandato d’arresto contro Petrino-  Conserva?  d’atti in archivio per gli altri due.

 

Sul rapporto del V. Viglione

Udito il P.M. nelle sue orali conclusioni uniformi alla presente deliberazione

 

LA GRAN CORTE

 

Poichè la istruzione offre indizi di verità sufficienti a peso di Domenico Petrino

Poichè lo stesso non può dirsi per D. Domenico Franceschelli e Vincenzo Celli

 

A VOTI UN.

 

Ordina spedirsi mandato di arresto contro Domenico Petrino –

 

E che gli atti a carico di D. Domenico Franceschelli, e Vincenzo Celli si conservino in archivio fino allo acquisto di nuovi lumi.

  1. Viglione

 

  1. Viglione

Leone

Cirillo

 

Giaccari

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In nome di Sua Maestà

Vittorio II° Per Grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia

 

La Corte di Assise Circolo di Campobasso composta da’ Signori Sannia Cav. Errico – Belli Gaetano.—————————————-

Altimari Pietro                          Giudici

Con l’intervento del Pubblico Ministero, rappresentato dal Procuratore del Re Sig. Capaldo Cav. Roberto

Ed assistita dal Vice Cancelliere Sig. Nobile Federico

Nella causa del Pubblico Ministero

Contro

Petrino Domenico fu Felice di anni 26, contadino del Comune di Miranda

Accusato

Di omicidio volontario, accompagnato da sevizie, in persona di Giuseppe Soriani, commesso a colpo di palo nel 5 ottobre 1860, sulla via che mena al Macerone_

Vista la sua sentenza della data di oggi segnata nel verbale di udienza, mecè cui è stata dichiarata la contumacia legalmente incorsa da Petrino Domenico

La Corte

Si è ritirata nella camera del Consiglio, ove il Vice Cancelliere ha data lettura della deposizioni scritte dei testimoni, riguardante il processo di che trattasi_____

Udito indi il Pubblico Ministero nelle sue orali requisitorie, con le quali ha chiesto volersi dalla Corte dichiarare l’accusato Petrino Domenico convinto che o de reato in accusa e condannarsi esso Domenico Petrini alla pena de’ lavori forzati a vita ed alle conseguenze di legge______________

Dietro ciò ritiratisi il Pubblico Ministero e Vice Cancelliere, si sono dal Presidente proposte sul merito le seguenti quistioni_________

  1. Può dichiararsi colpevole Petrino Domenico del reato ascrittogli ?
  2. Nell’affermativa quale sarà la pena da commisurarsi contro il colpevole ?
  3. Spese ?

 

Sulla 1=a

 

Attesoché  sta in fatto che una colonna di Garibaldini comandata dal Governatore della Provincia di Molise  Sig. de Luca nei primi giorni di ottobre 1860 accorse in Isernia per sedare la reazione, e di la dovette piegare, perché investita da una colonna di truppa Borbonica nel dì 5 ottobre dello stesso anno, la detta colonna batteva in ritirata verso gli Abruzzi pel la via del Macerone, ed una carrozza con quattro Garibaldini la seguiva. Giunta questa Carrozza nel luogo detto Sterparo, tenimento di Miranda, ad un miglio distante dal Macerone, fu sorpresa da contadini, i quali dopo di avere depredati ed uccisi que’ quattro Garibaldini tagliarono loro le teste ed infilzatele ad un palo le andarono a deporre in Isernia innanzi al Palazzo Jadopi, che per opera d’ reazionari andava in fiamma. Tra questi quattro sacrificati vi fu il Sig. Giuseppe Soriani ucciso e seviziato dal prevenuto__________

Attesochè questo maleficio addebitato al Petrino e luminosamente provato tanto dalla generica, quanto dalla specifica. Ed in vero con la pruova generica si è assodato che realmente il Soriani venne ucciso , ed indi gli fu tagliata la testa che poi fu legalmente riconosciuta, come furono riconosciuti gli abiti che egli indossava. (fol. 4 e 15 V. 3°)

Attesochè dalla specifica chiaramente viene comprovato che tale reato fu consumato dal Petrino. E per fermo i testimoni Celli e de Benedictis ( fol. 17 e 22 Vol. 3°) dichiarano positivamente  aver veduto il prevenuto percuotere con un palo l’infelice Soriani, per effetto delle quali percosse rimase cadavere_____

Per tali motivi la Corte dichiara convinto Domenico Petrino di omicidio volontario accompagnato da sevizie in danno del Sig. Giuseppe Soriani, reato commesso addì 5 ottobre 1860_____

Sulla 2° = e 3 a=

 

Attesoché il reato in esame previsto dall’articolo 534 N.3.° Cod. Pen. va punito coi lavori forzati a vita________

Attesoché tal pena tra seco la perdita dei dritti politici, e la interdizione patrimoniale_______

Attesoché il ristoro del danno, e le spese del giudizio vanno sempre a carico de’ condannati______

 

Per tali motivi

 

Letti ed applicati gli articoli 534, N.°3. 13, 21, 22, 23, 72 Cod. Penale, e 568, 569 Cod. P.P._____

La Corte condanna esso Domenico Petrino in sua contumacia, alla pena dei lavori forzati a vita__

Lo dichiara incorso alla perdita dei dritti politici, e nella interdizione patrimoniale___

Lo condanna infine al ristoro del danno, ed alle spese del giudizio_____

Ordina che la presente sentenza sia stampata, affissa, e pubblicata ne’ modi di Legge_____

Giudicata e pubblicata a Campobasso oggi lì ventisette Dicembre milleottocentosessantanove=Firmati Errico Sannia = Belli Gaetano = Altimari Pietro = Nobile Federico

Per copia conforme

Il Vice Cancelliere

Federico Nobile

 

 

  1. 81 del repertorio

 

L’anno 1870, il giorno tredici Marzo in Miranda ed Isernia

Sulla istanza del Pubblico Ministero –

Io sottoscritto usciere presso il Tribunale civile, e correzionale d’Isernia ove domicilio, certifico di avere affisso copia dopo collazionata e firmata da me usciere dell’intestata sentenza della Corte d’Assise di Campobasso nel lò Dicembre ultimo l’una alla porta d’ingresso della Casa del condannato, contumace Domenico Petrino fu Felice contadino domiciliato in Miranda, e la seconda nella porta d’ingresso del Palazzo Municipale della Città d’Isernia, a mente (o verte) articoli 527 e 539 del Codice di procedura penale

 

Specifica

 

Due intime, e repertorio                  0,,90

Scritturazione                                  1,,50

Dritto di trasferta                             0,,90

———-

Totale Lire                                  3,,30

 

 

Malecesippo  Paolucci

usciere

 

 

 

 

 

 

 

fascicolo d

 

vol. 6° b. 116

 

Tribunale del Circondario di Isernia

 

  • Domenico Franceschelli di Vincenzo di Miranda non detenuto
  • Nicola Franceschelli fu Nicandro  idem
  • Gaetano sabella di D. Giacinto                                idem
  • Erennio Sabella                                  idem
  • Giuseppe Patriarca fu Filippo                                idem
  • Beniamino Franceschelli fu Giambattista                      idem
  • Clemente Pizzi di Miranda fu Vincenzo                    non detenuto
  • Antonio Pizzi di Clemente di detto Comune                  idem
  • Raffaele Pizzi di Clemente “                                    “
  • Domenico Sabella fu Liborio “                                    “
  • Donato Pizzi fu Giovanni “                                detenuto
  • Domenico petrino fu Felice “                                latitante
  • Vincenzo Celli fu Francesco       “                                detenuto

 

Titolo del reato

1° Cospirazione ed attentato per cambiare la forma del governo ed eccitamento alla guerra civile tra gli abitanti di una stessa popolazione nel 1° ottobre 1860

 

Più per quelli a’ n: 1, 12 e 13

 

2° Parrte attiva nell’omicidio di Sig. Giuseppe Soriani di Lupara nel 3 ottobre 1860

 

Più pel n. 7, 8, 9 ed 11

 

3° Arresto arbitrario e grassazione di denaro contante ed altri oggetti del valore in tutto di D. 51,,20 in danno di Luigi Brunetto di Bojano

 

Contiene foglio istruttorio a carico di Domenico Petrini ed altri di Miranda con indicazione dei fatti dell’omicidio di Suriani   e successive testimonianze rese al Giudice del Mandamento di Carpinone Giuseppe di Giuseppe. Inoltre il Giudice G. di Giuseppe chiese di sentire amici e confidenti di Giuseppe Giacchetta di Niccola, i di costui vicini di abitazione e quattro persone probe tutti di Sessano. La stessa richiesta di indicazione fatta al sindaco di Sessano fu fatta per Giovanni Antonelli fu Luigi al sindaco di Carpinone ( nome del detentore del cavallo).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giudicato Regio del

Mandamento di Carpinone

Carpinone 30 Settembre 1861

 

Signore

Interessa alla giustizia liquidare il nome e cognome di quel naturale di questo Comune Capo luogo, il quale nel giorno 5 Ottobre scorso anno venne in paese dal Macerone, cavalcando un cavallo, non mai da lui tenuto, epperò la prego indicarmi al margine della presente le persone intese de’ fatti pubblici, le quali specialmente potessero deporre sull’enunciato avvenimento –

 

Il Giudice

  1. di Giuseppe

 

nome del detentore del cavallo

Giovanni Antonelli fu Luigi

 

Persone intese de’ fatti pubblici

 

Andrea Maitino

Domenico di Maggio di Giovanni

Tommasino Iamurri  di Luigi

Raffaele di Giovanni

Domenico Venditti di Nicola

Berardino di Silvio

 

Rif. pag. 30

 

L’anno milleottocentosessantuno, il giorno dieci ottobre in Carpinone

Innanzi a Noi Giuseppe di Giuseppe Giudice Regio del Mandamento di Carpinone, assistiti dal Cancelliere Sostituto Sig. Morelli, si è presentato –

 

Andrea Maitino

 

fu Francesco, di anni 60, proprietario qui domiciliato – L’indifferente –

Dietro avvertimenti di rito

Interrogato analogamente –

Ha risposto

Nel giorno 5 Ottobre 1860 a circa le ore 22 Giovanni Antonelli venne in paese con un cavallo a tutta corsa, dal Macerone – Osservai che l’Antonelli tenea il petto della camicia intrisa di sangue, e lo stesso menavasi il vanto aver ucciso un prete Porta Bandiere, ed avergli tolto il cavallo –

Ad altra dimanda è stato negativo

Precedente lettura, e conferma a’ detto sapere scrivere ed  a’ firmato

Andrea Maitino

 

  1. di Giuseppe
  2. Morelli

Salvatore Morelli

 

 

Giovanni Antonelli  detto Cioccaro

Giovannangelo Antonelli fu Luigi, e Semenza o Sementa Fabrizio nato 5 /11/1819 in Carpinone

 

Rif. pag. 56

Il Pro.re del Re

 

Visto gli atti del procedimento instruttosi

 

Contro

 

D,, Domenico Franceschelli

Domenico Petrino fu Felice

Vincenzo Celli fu Francesco tutti domiti  Miranda

 

Imputati

 

Di grassazione con omicidio in persona di diversi individui aggregati alla Legione del Generale Garibaldi fra i quali un S. Giuseppe Soriani da Lupara per avere nel giorno cinque 8bre 1860 mentre uniti in banda armata con molti altri stavano in agguato sul macerone aggredito una carrozza che col predetto Soriani trasportava negli abbruzzi altri quattro o cinque individui, e dopo di averla spogliata assieme a tutti quei passeggieri di quanto suo loro cose  avevano, ucciso barbaramente i medesimi a colpi di strumenti contundenti recidendo a tutti il capo che condussero in trionfo fino ad Isernia ove gittarono tutte quelle teste d’avanti al palazzo Jadopi che ardeva.

Ritenuto che il reato in genere vedasi legalmente accertato in processo colla ricognizione e visita della testa del Soriani, e colle dichiarazioni di tutti quelli che videro il trasporto di esse teste.

Che sull’ cui specie luminose prove si ottennero che altri di geni   grassatorì ed assassini siano i tre  sopra espressi  imputati.

Che un tal reato sarebbe possibile di pena criminale a termini dell’art. 596 del Codice Penale

Visti i 184 e 187 della  P a P le

 

Dichiara e piaccia al Sig. Giud. Istruttore  spiccare contro i  tre  su espressi imputati mandato di cattura passando indicatamente al loro interrogatorio, quelle risultanze agli atti.

 

Isernia addì 1° Luglio 1862

Il proc. del Re

Silvio Carbone

 

segue mandato di cattura

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rif..  pag. 58

 

Carabinieri Reali

Luogo tenenza di Isernia

  1. 1619 Div. 3

———————-

risposta alla lettera N. 431

del 4 Luglio 1862

Carte annesse N. 1

===============

Oggetto

 

Ricerche infruttuose e

carcerazione del Celli

 

 

 

All’Ill.mo Sig. Procuratore

del Re presso la Gran Corte

di Isernia

Isernia lì 20 Luglio 1862

 

Furono praticate le ricerche nel Comune di Miranda la mattina del 17 and i all’oggetto di ridurli in potere alla Giustizia i sotto descritti; cioè

Domenico Franceschelli

Domenico Petrino fu Felice

Vincenzo Celli fu Francesco,

tutti di Miranda, imputati di grassazioni con omicidio, che i primi due sono latitanti, ed il Celli trovasi nelle Carceri di Campobasso fino da Dicembre 1861.

E per conseguenza si rimette il verbale di ricerche infruttuose e di quello che trovasi in Carcere, l’arma non mancherà di seguitare le indagini per il fermo dei medesimi e per conseguenza si rimette il verbale alla detta Ill.ma per l’uso di giustizia

Per il Comand. la L. Tenenza

  1.    Tafani Maresc.

 

seguono i connotati degli imputati

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Comando

della Guardia nazionale

di

Miranda

N:8

 

Al Signore

Il. Sig: Procuratore del Re

presso il Tribunale Circondariale

D’Isernia

 

Miranda lì 18 Gennaio 1863

 

Signore,

Avendo messo in attenzione il sottoscritto il detto di Macchiavelli; che i nemici bisogna, o accarezzarli, oppure distruggerli; ed avendo veduto che accarezzati ricalcitrano, ho creduto conveniente e giusto distruggerli. Per il che le invia l’accluso contenente molti lumi sul processo della Reaz. e: di Miranda di Ottobre 1860 con annotazione di fatti posteriori.

E’ mestieri di finirla una volta per sempre con questi nemici della patria; per il che la prega di far subito istruire processo sui fatti esposti, e di far tener sempre celato il nome di colui che li significava affine di evitare conflitti fra le famiglie e sono con tutta stima.

 

Il Capitano

Croce  Pollice

 

 

Nuovi lumi sul processo della reazione di Miranda di Ottobre 1860. Fatti posteriori che sono legittima conseguenza della reazione istessa, e che hanno le loro relazioni col brigantaggio che prendeva il nome da Cazzitti , Raffaele d’Agostino, e bande che infestavano il macerone ed assalivano diversi paesi del Circondario d’Isernia ed altri luoghi.

===================================================================

Finita la reazione di ottobre 1860 in questo infelice Circondario per opera del valoroso Cialdini e del magnanimo Rè Vittorio Emmanuele, tutti i buoni cittadini ch’erano scampati alle straggi dei cannibali ritornavano nelle loro patrie; e poiché l’animo di costoro fu sempre generoso e grande, pensarono a perdonare, per quanto era in loro potere, tutti coloro che v’avevan preso parte non come agentiprovocatori, ma come istrumenti o strumenti passivi, e che non sapevano quello che farsi.

Intando la Giustizia verso i primi giorni di marzo 1861 si recava in Miranda per istruire processo sui nefandi fatti ivi succeduti in ottobre dell’anno passato. In quel tempo i borbonici reazionarii non potendo combattere il Governo del Glorioso Re Galantuomo a fronte scoverta, avevano ordinate bande armate col nome di ladri che avevano corrispondenze con tutti i borbonici dei paesi, e facevano in questo modo attentare alle sostanze ed alle vite dei buoni patrioti e pacifici Cittadini;; e talvolta penetrare nei paesi e mettere a sacco ed a fuoco le case dei liberali.. Il Capitano di Miranda allora, onde tener lontano dal proprio paese tanta sciagura raccolse a parlam:o i suoi più cari; cioè gl’affezionati al Governo del Re Vittorio, e loro fece comprendere in quanto pericolo si versava se presso il Giudice Istruttore si deponevano i veri fatti, e quindi si avesse simulato per allora per poi a suo tempo dire tutta la verità. Ciò fatto i nemici comuni restavano per qualche tempo, fino a che il ridetto Capitano non ismembrò le interne falanci coll’arresto di undici di essi in una sol notte, e quindi i borbonici briganti sgominati da un tal fatto non ebbero più agio ad organizzarsi all’interno del paese, e gl’esterni briganti non ebbero più coraggio di assalirlo atteso il contegno e l’energia della Guardia Nazionale che non solo li teneva lungi, ma li batteva e sparpagliava, ed anzi annullava sulla propria montagna dopo averli seguitati per aspre e lunghe vie ( Banda Cozzitti 9 Luglio 1861)

-Vincenzo di Pinto alias Cozzitto-

Oggi poi questi stessi borbonici per le relaz: che hanno da Napoli e da Roma han rialzata la cresta, e minacciano ributtarci in quei luttuosi giorni di Ottobre 1860; per il che è mestieri richiamare a novella istruzione il processo di quella reazione affinché quei che si tacquero dican il vero, ed aggiungervi i seguenti fatti d’allora e posteriori.

X 1° Angelo Petrino fu Felice asserisce che D. Dom o: Franceschelli di Vincenzo, Beniamino e Domenico Franceschelli fu Giovanbattista avevan relazione colla banda Cozzitti, la quale in un certo ceato o ceoto, o notte doveva penetrare in Miranda ed assassinare tutti i liberali rubandoli e bruciando le loro case, e che venendo D. Domenico Franceschelli regalava loro 50:00 ducati e fingeva di farsi rubare anch’esso per aversi la cassa Comunale di circa un migliaio e mezzo di D., trovandosi egli allora Cassiere, e che quei briganti sarebbero stati  sostenuti all’interno da Beniamino Franceschelli e Dom:o da altri che essi armavano con nove fucili che avevano in serbo, dai qui sotto reaz:i che segneremo e da quei undici che furono dal Capitano arrestati e che ora trovansi nelle carceri, menno Mariano del Duca che evase dalle carceri in marzo del p.p.? anno. Che poi, essendosi rotte le relaz:i per l’arresto siccome è detto di sopra i fucili in N°: di 20 furono mandati dai tre Franceschelli alla banda Cozzitti in Colle Melucci di notte. Lo stesso contesta che D. Gaetano Sabella, e Dom°::Sabella fu Liborio facevan parte della banda reazionaria in Ottobre 1860 –

2° Carmine Pizzi Cistariello confirma la deposiz e: del Petrino.

X 3° Rachela Franceschelli fu Giovanbattista confirma la deposizione di Angelo Petrino, ed aggiunge che Domenico Sabella fu Liborio attuale Sindaco ha conversato col brigante Palmerino Cifolelli di Miranda, ed ha partecipato dei furti del medesimo, ed asserisce che i segnati 17 furono i più accaniti reazionari di Ottobre 1860 –

4° Costanzo Cifolelli fu Dom°: confirma la deposizione di Angelo Petrino, ed aggiunge che D. Gaetano Sabella, Erennio Sabella di Giacinto, D. Nicola Franceschelli, Dom°: Sabella fu Liborio, Clemente e Raffaele Pizzi; Beniamino e Dom°: Franceschelli di Giovanbattista; Nicolantonio Fasani fu Giuseppe; D. Dom°: Franceschelli di Vincenzo; Giuseppe Guglielmi; Francesco Valerio; Domenico Rampone di Emiddio; Giovanni Cafardo; Giuseppe Patriarca fu Filippo, Ant°: Pizzi di Clemente, e Ludovico Gentile fecero parte della reaz: di Ottobre 1860; che i capi n’erano D. Nicola Franceschelli, D. Dom°: Franceschelli di Vincenzo, D. Gaetano Sacerd e: Sabella e Ludovico Gentile; che D. Dom°: Franceschelli di Vincenzo; Beniamino Franceschelli, Nicola Fasano, Erennio Sabella con altri venti individui tutti armati, dopo d’aver assistito o fatto parte dei massacri del 5 Ottobre di detto anno sullo Sterparo con bandiera Borbonica ci portarono in fornelli e fomentarono ivi la reaz:e che D. Nicola Franceschelli mandava in Carovilli 15 reazionari armati ad arrestare quel giudice che poi mediante danaro fu salvo; che D. Dom°: Franceschelli, D. Nicola Franceschelli, D. Gaetano Sabella e Ludovico Gentile pagavano 20  reazionari al giorno, e gli mandavano in Isernia, in Pettorano ed ovunque quell’orda infame doveva apportare strage, rapine ed incendi.

5° Antonio Cifolelli confirma i fatti della reaz: che dice Costanzo Cifolelli

6° Gaetano Gentile confirma la Deposiz e di Angelo Petrino, ed aggiunge che il Sindaco Domenico Sabella fu Liborio ha fatto gran Camorra sulle rendite Comunali, sui poveri Cittadini, trascinadoli nelle carceri con calunnie, e poi mediante danaro gli fa uscire.

7° Giuseppe de Benedictis Caiola asserisce che il Sindaco Dom°: Sabella senza niun motivo lo arrestava e poi mediante danaro lo faceva uscire.

8° D na Erminia della Croce dice che avendo i Reali Carabinieri nei primi giorni del corrente mese perquisite le casi di D. Gaetano Sabella, e Beniamino Franceschelli per corrispondenze borboniche venne visitata da Ludovico Gentile il quale le disse  in presenza di Antonio Casciano di Dom°:e d’suo marito che la corrispondenza v’era stata ed era forte ma che fu bruciata; che essi aspettavano miglior tempo per farne la vendetta

X 9° Antonio Casciano di Dom°: dice pure che il Sindaco Sabella con gl’assessori Beniamino Franceschelli e Giuseppe Patriarca e Segretario Ludovico Gentile si han divisi centocinquanta ducati dei luoghi pii –

X 10° : Pasquale Ferrante conferma che i 17 segnati fecero tutti parte della reazione di Ottobre 1860.

X 11°: D. Nicola Guglielmi di D. Geremia dice che Clemente Pizzi e suo figlio Raffaele furono i più accaniti nella reaz. 1860; che il Sindaco Dom°:Sabella nel 28 Dicembre 1862 fece intrighi nella votaz: per la scelta dei Consiglieri Comunali, e così fece succedere per Consiglieri i suoi compagni di Camorra dopo un concerto tenuto con D. Gaetano Sabella, Ludovico Gentile e Beniamino Franceschelli che il ridetto Beniamino fece parte della banda che si portò in fornelli

X 12°: Domenico di Benedetto conferma la deposiz. di Nicola Guglielmi ed aggiunge che i 17 segnati fecero parte della reaz. di Ottobre 60, con accanimento; e che ora persistono con quei principi, e che Dom°: Sabella Sindaco insinuò a molti la scelta dei Consiglieri, e che in Ottobre 1860 andà a combattere l’esercito italiano sul macerone.

13°: Costanzo Apollonio confirma la deposiz:e di Nicola Guglielmi e di Dom°: di Benedetto.

14°: Antonio Nucci deporrà che per ordine di D. Domenico Franceschelli  andò a disarmare nella reaz e: di Ottobre 60 Francesco Milano, e che un certo Angelo Bucci fece sempre testimonianza falsa

X 15°: Giuseppe Nucci afferma che il Sindaco Dom°: Sabella rilasciò la carta di passaggio al latitante e ladrungolo Celli Angelo per carlini 14. Lo stesso attesta gentile gaetano, e Milano Francesco: dice pure che Clemente Pizzi e Raffaele, D. Dom°: Franceschelli, Beniamino Franceschelli e Nicolant°: Fasano fu Giuseppe furono i più pronunziati nella reaz:

0(spaccato)16°: Dom°: Pizzi di Amodio confirma la deposiz:e di Giuseppe Nuccio

17°: Dom°: Pizzi di Egidio dice che i 17 reazionari nel 1860 furono quegli che abbiam segnati; e che il Sind°: Dom°: Sabella ha rifugiato il brigante Palmerino Cifolelli ed altri, ed è Camorrista.

X 18°: Dom°: Franceschelli di Aureliano asserisce che D. Dom°: Franceschelli e Clemente Pizzi rubarono 40 piastre a Luigi Brunetti di Boiano dopo che questi fu arrestato dal Sin°: attuale Dom°: Sabella sul luogo della fontana e da Francesco Valerio. Lo stesso conferma Pasquale filoteo e Dom°: Mancini nonchè D. Croce Pollice dice pure che il Sindaco fece intrighi per le elez: dei Consiglieri Comunali.

19°:Vincenzo Milano di Roccasicura dichiara che il brigante Raffaele d’Agostino in quello che faceva parte della banda Cozzitti ebbe una vettura carica di fucili dai borbonici Mirandesi.

20°: Aug°: Milano di Roccasicura confirma la deposiz: di Vincenzo.

X 21°: Pasquale Mancini contesta la setta borbonica nel n°: dei 17 segnati, e dice che D. Dom°: Franceschelli avevagli detto  quando vigea la banda Cozzitti che doveva irreparabilm e: piombare in Miranda; dice pure che  la reaz: di Miranda fu concertata nelle vigne del teniment. denominato piane, o propriamente: nel Casino di D. Nicola Franceschelli, ove v’assistevano D. Dom°: Franceschelli; D. Gioacchino Laliccia d’Isernia D. Angelo del Fulgaro segretario di de Lellis d’Isernia, D. Gaetano Sabella, ed Erennio Sabella: dice pure che Beniamino Franceschelli si porto con la banda reaz a: in Fornelli –

X 22°: D. Filoteo Mancini confirma la deposiz e: di Pasquale Mancini, ed aggiunge che le sostanze Comunali vengono sciupate dalla sudetta setta Camorrista, onde accrescere il malcontento del popolo verso il Governo giusto del Re Galantuomo –

X 23°: D. Damaso Milano confirma la deposiz e: di Mancini, quella dei Milano di Roccasicura, quella di Antonio Casciano di Dom°:, ed aggiunge che il Sind°: Dom°: Sabella nella votaz e: del giorno 28 Dicembre 1862 cambiava le schede con gl’altri due scrutatori Beniamino Franceschelli e Giuseppe Patriarca per sotto della tavola per far scegliere questi  due Camorristi suoi compagni, e così fu fatto: che Giuseppe Patriarca e, Francesco Valerio erano i più accaniti reaz i: nel 1860; e che D. Gaetano Sabella, D. Nicola Franceschelli, Ludovico Gentile e D. Dom°: Franceschelli pagavano i reazionari nel 1860 per quindi animarli alle sevizie ed alla rapina che poi dividevan con essi –

X 24°: D. Dom°: Mancini confirma la riunione dei 17, e che in Ottobre 1860 venne arrestato per mezzo di Dom°: Rampone che lo indicò agl’altri reazionari.

X 25°: Pasquale Pizzi dice che la setta dei 17 v’è stata sempre fin dal 1860 e che questi cercano sempre di spogliare chi primo loro capita cominciando dalle rendite Comunali ed accrescendo le loro sostanze ed opprime i liberali: confirma pure gl’inbrogli del Sind°: nella cselta dei Consiglieri Comunali:

X 26°: Aureliano Fasano dichiara che i reazionari venivano pagati da D. Nicola Franceschelli, D. Domenico Franceschelli e Ludovico Gentile; e che Beniamino Franceschelli fece parte della banda che si portò in Fornelli –

27°: Macrina Nucci confirma in parte la deposiz e: del Fasano –

X 28°: Maddalena Patriarca confirma in parte la deposiz e: del Fasano ed aggiunge che quandotornarono i reazionari Mirandesi da Fornelli tutti armati portavano bandiera borbonica, ed il più che si distingueva era Beniamino Franceschelli –

X 29°: Francesco Milano confirma la deposiz e: di Pasquale Mancini, di Nicola Guglielmi, di Aureliano Fasani, e di Dom°: Franceschelli di Aureliano –

X 30° Gioacchino Mancini non ignora la setta e gl’approvecci del Sid°: Sabella

X 31°: Fortunato Pizzi dice che D. Gaetano Sabella in Ottobre 1860 alla testa dei reazionari si portò in sua casa e vi fece perquisiz e: se v’erano carte contro del borbone –

X 32°: Raffaele Apollonio fu Angelant°: dichiara che il giorno dell’ infame concerto dovette amministrare e portare nel casino di D. Nicola Franceschelli a premura di D. Gaetano Sabella e D. Dom°: Franceschelli vino e carne, e che  Clemente Pizzi ed altri nella reaz e: lo fecero uscire a forza armato: che D. Gaetano Sabella accompagnò gl’arrestati liberali fino all’uscita di Miranda il giorno 4 Ottobre 1860. Dice altro ancora –

33°: Giovanni Petrino Tiuffolo dice che D. Dom°: Franceschelli col Sindaco Dom°: Sabella fu Liborio tenevano nascosta una cassa di fucili pronta per armare i briganti, e cospiratori borbonici –

X 34°: Mariantonia de Benedittis confirma la deposiz e: di Antonio Cifolelli

X 35°: Carolina Franceschelli confirma la deposiz e: del Cifolelli –

X 36°: Felice Cifolelli fu Angelant°: dichiara che fra quei che andarono ad arrestare le carrozze della Colonna dell’ottimo Governatore de Luca vi fu per più pronunciato Giuseppe Patriarca : dice pure che fra i più pronunziati reazionari vi fu Clemente e Raffaele Pizzi –

X 37°: Illuminato Milano confirma in parte la deposiz e: di D. Damaso Milano, e soggiunge che il Sindaco Dom°: Sabella fu Liborio armava il brigante Palmerino Cifolelli, e che spesso rifigiava in sua casa , e specialmente quando veniva inseguito dalla G a: Nap : –

X 38°: Antonio Pizzi fu Pietro dichiara che il Sindaco Dom°: Sabella  in Agosto ultimo gli mandò come guardia Nap : ad impedire un sequestro legale, e ciò per prendersi egli stesso quel grano che doveva sequestrarsi, siccome fece; abusando così di potere –

X 39°: Egidio Fasano fi Francesco e Giuseppe Cifolelli di Felice confermano la deposiz e: di Antonio Pizzi –

40°: Giovanni Corrado asserisce che la reaz e: del 1860 veniva comandata e pagata da D. Nicola Franceschelli, Ludovico Gentile, D. Dom°: Franceschelli e D. Gaetano Sabella: che Erennio Sabella era il più pronunziato, e che non ci mancava mai Dom°: Sabella fu Liborio

41°: Felice Fasano fu Giulio confirma la deposiz e: del Corrado –

X 42°: Michelangelo Gentile fu Giuseppe contesta la setta reazionaria, e dichiara che Beniamino Franceschelli fece giurar falso ad un certo Angelo Bucci.

X 43°: Maria di Felice asserisce che il Sindaco Dom°: Sabella fe rubava cinque piastre, e che aveva relaz i: col brigante Cifolelli Palmerino

X 44°: Angelo Franceschelli di Aureliano confirma la deposiz e: di Dom°:Franceschelli di Aureliano, e che Erennio Sabella fece giurar falso ad Angelo Bucci –

X 45°: Salvatore Bonanni dichiara che tanto Erennio Sabella, quanto Beniamino Franceschelli fecero giurar falso ad Angelo Bucci –

X 46°: Andrea Tortola confirma la deposiz e: di Buonanno, ed aggiunge che dovè dare g 50:00 a D. Gaetano Sabella e Beniamino Franceschelli per evitare il figlio da una calunnia; e che tal danaro gli fu mutuato da D. Vincenzo Cimorelli –

47°: Dom°: di Girolamo di Roccasicura dichiara che in una notte del passato Agosto s’imbattè in 15 briganti che calavano dalla nostra montagna ed entrato in discorso con essi dissegli che per diversi giorni gli era stato loro somministrato da vivere da D.Dom°: Sabella fu Liborio –

48°: D na Emilia Falconi d’Isernia moglie del Notaio Milanese dice aver veduto il giorno 5 8bre 1860 Erennio Sabella, e D. Nicola Franceschelli a capo di una masnada di cafoni armati fare delle sevizie a diversi cadaveri –

X 49°: Domenico  Nardantuono?, Dom°: di benedetto e Nicola Guglielmi dichiarano che l’attuale Sind°: si prendeva sei ducati da un povero di Miranda di cui non ricordo il nome a cui era morto un figlio nella milizia –

50°: Oltre dalle su esposte delucidazioni e querele il sottoscritto querela tanto Beniamino Franceschelli che Ludovico Gentile per aver presentati falsi documenti per farsi dichiarare elettori Comunali e nell’istesso tempo querela anche l’Esattore Clemente Pizzi per aver certificato falso per costoro –

 

Miranda lì 18 Gennaio 1863

 

Croce Pollice

 

 

Si raccomanda al Sig: Procuratore Regio di far tener celato quanto s’è esposto, affine d’evitare conflitti ed altre più triste conseguenze.

 

 

 

All Ill.mo Signor Procuratore Generale presso la Corte di Appello

 

( rimessa anche al Procuratore del Re d’Isernia)

 

Domenico Franceschelli di Miranda in Molise , espone a V. S. Ill.ma che dopo calunniose denunzie fu prima incarcerato e poi riconosciuto innocente dal Generale Villarey, posto in libertà, ora trovasi latitante, e lontano dai suoi affari per altra denunzia.

Si ordinò un prosieguo d’istruzione ma sono decorsi lunghi mesi  senza frutto – Sollecita la giustizia di V.S. Ill.ma perché voglia affrettare l’istruzione , onde si conosca se il ricorrente sia colpevole, o innocente.

 

Napoli 24 Sett.e 1863

 

  1. La Cecilia Av.to

 

 

Al Signor

Sig. Regio Procuratore presso il Tble Circondariale d’Isernia

 

Signore

Domenico Franceschelli gentiluomo del comune di Miranda, con umili suppliche rassegna alla Signoria Sua –

Non è, a rivocarsi in dubbio, che nei sconvolgimenti politici la forza delle private vendette mette in opera ogni mezzo per far cadere la colpa di un fatto criminoso sull’innocente, perché il vero reo sia sottratto alla giustizia – E d’ordinario è a deplorarsi in danno dell’uomo onesto, la calunnia e la persecuzione –

Tale si è avverato per lo esponente: dopo lo eccidio dell’Ottobre 1860, di dolorosa rimembranza, indagando la giustizia su i colpevoli dei fatti criminosi, surse immantinente la voce dei denunzianti Giuseppe Gentile, Giovanni Nucci e Damaso Milano, a far supporre lo esponente causa delle uccisioni di un tal Soriani – Un processo veniva compilato sul riguardo, e dopo lunghe sofferenze da lui patite, venne la già Corte Criminale a decidere su di esso , ed in Camera di Consiglio deliberando, dispose la conservazione degli atti in Archivio per la insufficienza delle pruove, e lo esponente libero ritornava alla famiglia e società  –

Non soddisfatta la denunzia e la calunnia, si fan presentire all’oratore delle novelle indagini sul suo conto per il medesimo reato, ed opera tutta degl’individui cennati –

Non giova qui cennare le estorsioni dai medesimi commesse, e le richieste fatte al rimostrante di pagar loro delle somme non lievi se vivere volea in pace, perché basta sol considerare come il secondo di essi, cioè il Nucci, quantunque Sacerdote, venne per estorsione ristretto in carcere ed ivi ne moriva – Del pari è noto il famoso denunziante Gentile come il Milano, per ritenerli di ogni calunnia capaci –

Intanto lo esponente è obbligato vivere ramingo, senza conoscere il perché, e senza aver commesso reato alcuno, potendo sul suo conto andar esaminata la popolazione intera non solo, ma anche gente dei limitrofi paesi, e si vedrà rilucere la sua innocenza, come la lodevole e pietosa condotta verso quelli, che asilo chiedevano nel suo paese nella terribile epoca dell’Ottobre 1860 –

Si è perciò che si prega la nota bontà e giustizia della Signoria Sua, richiamare gli atti a di lui carico forse fatti compilare, ed emettere quelle provvidenze di giustizia che saranno opportune, onde ogni incertezza sul suo conto venghi a cessare, ed una vita libera venghi a respirare sotto l’ombra della legge e garentia delle Autorità costituite –

 

L’avrà –

Isernia 7 ott-e 1862 –

 

(intagando)

 

note:

Si comunica al Sig. Giud.e istruttore presso il quale ritrovasi il relativo processo in attesa della cattura.

Il Proc. del Re

  1. Carbone

 

N.B.

Manca altro processo sui cui si fonda la req a del P.re del Re, poiché fu questi due val. pronunziò la abolita G. Corte – Si riurché per provvedere –

 

pag. 77 – Napoli 12 Ottobre 1863 – Sollecito Istruzione a carico di Domenico Franceschelli della Procura Generale del Re presso la Corte di Appello al procuratore del Re in Isernia

Note : Verificare lo stato del processo per affrettarne l’istruzione-Quindi si riscontri al Proc: Generale

N: 202 Il processo è in corso d’Istruz.e

 

 

 

 

 

 

Rif. pag. 78

 

Isernia 12

 

Al Procuratore del Re perché solleciti la istruzione e le pendenze

 

Signor

Commendatore Procuratore Generale

presso la Corte di Appello di

Napoli

 

 

Domenico Franceschelli del Comune di Miranda rassegna alla sua giustizia quanto segue——–

Più volte fui fatto segno ad una calunniosa denuncia promessagli dai nominati Giuseppe Gentile, e Giovanni Nucci per insussistenti accuse di reazione; e più volte la falsità della denuncia fu proclamata con decisione dell’autorità Giudiziaria della Provincia di Molise. Gli stessi denunzianti furon catturati pel loro malfatto, e subirono la lor pena dalla Giustizia eterna, essendo trapassati, e l’un di essi in prigione. Intanto l’ultima delle loro denunzie,  riproduzione delle precedenti, operava l’effetto della spedizione di un mandato di arresto contro l’esponente, senza ponderarsi che illegalmente si procedeva per fatti giudicati altra volta, e dichiarati falsi. Fù necessità per questo che il Franceschelli si ponesse in latitanza, aspettando dal corso regolare della procedura una pronta rivocazione di quell’atto spedito fuori i casi della legge, ma per contrario sono più mesi che la istruzione anziché continuarsi, e compiersi, rimase affatto sopita, forse principalmente per i medesimi ostacoli, che le vengono dall’indole della denuncia, e della insussistenza delle pruove, ed accuse.

Si prega quindi la sua autorità, e giustizia di voler disporre che il Giudice Istruttore in Isernia affretti senz’altro indugio il compimento degli atti, e rivochi gli ordini di cattura emessi con tanta legerezza contro un’onesto cittadino__________

Per la parte

L’Avvocato Francesco ?Ba

 

pag. 80

 

Procrua Generale

del Re

Presso la Corte di Appello

4° Divisione 1° Sezione

  1. 11717

 

Sig. Procuratore del Re

presso il Tribunale Circondariale di

Isernia

 

Napoli 27 Ottobre 186 3?

 

Non posso astenermi dall’esprimere il mio rincrescimento pel lungo indugio messo da cotesto Istruttore nella compilazione del processo a carico di Domenico Franceschelli di Miranda, per lo quale cominciaron le premure di questo generale ufficio sin da Aprile dell’anno in corso – Ciò prova la poca diligenza del detto Inquisitore, ed il niun conto che fa dalle Superiori esigenze, e quindi nel fargli da mia parte i debiti richiami, praticherà col medesimo novelle insistenze, perché senz’altra esitanza porti a termine la istruzione in parola, attendendomi per ora  di saperne lo stato.

 

Pel Procuratore Generale del Re

Il Sost. Procuratore Generale

Firma non leggibile

 

note:

Si verifichi lo stato del processo e si proponga subito

Si comunichi subito colle debite osservazioni all’istruttore

Il processo è nell’Istruz.e fin dal dì 10 Febbraio 1863 – A’ 5 nov. 63 – Si risponda come dal barro (baro)

 

Rif. pag. 81

Isernia 30 Dicembre 1863

 

Noi Errico Nolè giudice Istruttore del Tribunale d’Isernia –

Vist’i presenti atti a carico di Domenico Franceschelli di Vincenzo ed altri del Comune di Miranda

Vista la requisitoria del Pubblico Ministero de’ 10 Febbraio dello spirante anno 1863 –

Poiché necessario si rende nell’interesse della giustizia e della finanza di compiersi la istruzione di che trattasi sopraluogo –

Ordiniamo

Che sabato due dell’entrante mese di gennaio 1864 si acceda nel comune di Miranda per procedersi a tutti gli atti necessari a rendersi completo il procedimento a carico del suddetto Sig. Franceschelli ed altri, ed all’uopo comunicarsi la presente al Pubblico Ministero

Errico Nolè

 

 

 

Rif. pag. 82

 

Si attesta da noi sottoscritti che partiti quest’oggi dal capoluogo d’Isernia siamo giunti in questo comune di Miranda, avendo percorsi oltre i cinque chilometri di strada a cavallo.

 

Miranda 2 Gennaio 1864

Il Giudice Istruttore

Errico Nolé

 

Il Cancelliere Sostituto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rif. pag. 83

 

Si certifica da noi qui sottoscritti Sindaco es assessori componenti la giunta municipale del Comune di Miranda che  D. Domenico Franceschelli di Vincenzo, D. Nicola Franceschelli fu Nicandro, D. Gaetano Sabella di D. Giacinto, Erenio Sabella, e Giuseppe Patriarca  fu Filippo del medesimo Comune sono tutti uomini probbi rivestiti di tutte le qualità politiche, e morali anzi lo specchio del paese attaccati tutti perfettamente all’allora Governo

In fede della verità si rilascia il presente a richiesta della Giustizia

 

Miranda 6 Gennaio 1864

 

Il Sindaco

Domenico Sabella

 

La Giunta Municipale

Beniamino Franceschelli

Clemente Pizzi

 

Rif. pag. 84

 

Si certifica da noi sottoscritti Sindaco e componenti la Giunta Municipale del Comune di Miranda, che Beniamino Franceschelli fu Giovanbattista di questo Comune di Miranda, e rivestito della carica di 1° Assessore Municipale, gode buona condotta, cioè politica, e morale, ed attaccato ancora all’attuale Real Governo –

In fede del vero ne rilasciamo il presente, da valersi per uso di giustizia penale –

 

Miranda lì 6 Gennaio 1864

 

Il Sindaco

Domenico Sabella

 

La Giunta Municipale

Clemente Pizzi

Rif. pag. 85

 

 

Si certifica da me qui sottoscritto Sindaco e componenti la Giunta Municipale del Comune di Miranda, che Clemente Pizzi, e suoi figli Antonio, e Raffaele godono buona condotta rivestiti di tutte le qualità politiche, e morali attaccato attual Governo perfettamente

In fede della verità si rilascia il presente

Miranda 6 Gennaio 1864

 

Il Sindaco

Domenico Sabella

 

La Giunta

Beniamino Franceschelli

Felice Cifolelli

 

 

 

Rif. pag. 86

 

Si certifica da me qui sottoscritto Assessore funzionante da Sindaco, e componenti la Giunta Municipale che  Domenico Sabella fu Liborio attuale Sindaco e stato sempre un’uomo probo di buona morale, rivestito di tutte le qualità politiche e morali senza che avesse dato nessuno motivo di lagnanza a questa popolazione, attaccato perfettamente all’attuale Governo, e che nella sua carica di Sindaco attualmente a’ renduto contento questa popolazione col suo ben operare della sua carica –

In fede della verità si rilascia il presente

 

Miranda lì 6 Gennaio 1864

 

Il Sindaco f.f.

Beniamino Franceschelli

 

La Giunta Municipale

Clemente Pizzi

Fortunato Pizzi ?

 

Rif. pag. 87

Duplicato

Ufficio d’Istruzione

presso

Il Tribunale del Circondario

d’Isernia

 

Signor Sindaco del

Comune di  Miranda

 

 

Miranda 6 del 1864

 

Signore

la prego farmi tenere un attestato di questa giunta municipale sulle relazioni tra l’arciprete di questo comune Sig. Damaso Milano e sua famiglia con D. Domenico Franceschelli di Vincenzo di Miranda –

Gradisca i miei ringraziamenti –

Il Giudice Istruttore

Errico Nolè

 

Rif. pag. 88

 

Miranda 6 Gennaio 1864

 

Noi Errico Nolè giudice istruttore del Tribunale d’Isernia –

Visti gli atti a carico de’ Signor Domenico Franceschelli di Vincenzo ed altri del comune di Miranda

Lette le deposizioni de’ testimoni sinora uditi –

Poiché sufficienti sono le pruove raccolte per potersi provvedere sullo interesse della giustizia, ed in atto non ricorebbe altro a praticare in questo comune, onde ben può farsi ritorno in residenza—

Ordiniamo

Che domani sette del volgente mese si faccia ritorno nel capoluogo d’Isernia –

Rif. pag. 89

Si attesta da noi sottoscritti che partiti questa mattina da Miranda siamo giunti in Isernia avendo percorso oltre cinque chilometri di strada a cavallo __ In Fede

 

Isernia 7 Gennaio 1864

 

IL Giudice Istruttore

 

Il Cancelliere Sost.

Illegibile ?

 

Rif. pag. 90

 

Al Signor

Signor Giudice Istruttore presso il Tribunale del Circondario d’Isernia

 

 

Signore

Domenico Franceschelli imputato di aver preso parte attiva nell’omicidio di un tal Suriani vien perseguitato dalla forza pubblica per mandato di cattura che contro di lui è spedito –

Il tempo ed una scrupolosa istruzione rivelerà la sua innocenza- Ora il Franceschelli non desidera che togliersi ad una vessazione continua, ed evitare una cattura da lui non meritata –

La imputazione che a lui si addebita anche vera non costituirebbe che una complicità sull’omicidio di Suriani: questa idea almeno risulta dal titolo del reato – questa complicità  a misura della sua intensità non potrebbe essere punita che con uno due e forse anche con tre gradi di meno dalla pena dovuta all’autore principale del reato, e quindi la pena sarebbe sempre tra i limiti segnati dall’art:° 4 Num. ? del decreto del 17 Febbraio 1861 – E perciò che il Franceschelli per mezzo del Sottoscritto suo difensore vi fa a dimandare dalla Signoria Sua la libertà provvisoria con dispensa dalla cauzione, a quale oggetto si alligano alla presente dimanda i documenti di moralità e di indigenza

Isernia li 8 Gennaio 1863

Alessandro Delfini Pat –

 

Rif. pag. 91

 

Il Sindaco del Comune di Miranda, certifica che avendo perquisito il Catasto provvisorio del Comune suddetto non ha rinvenuto ascritto il nome di D. Domenico Franceschelli di Vincenzo

Per la verità si rilascia il presente

 

Miranda lì 29 Dicembre 1863

 

Il Sindaco

Domenico Sabella

 

Ludovico Gentile Segret.°

 

 

 

 

 

 

 

Rif. pag. 92

 

Si certifica da me qui sottoscritto Sindaco e Componenti la Giunta municipale del Comune di Miranda, che Domenico Franceschelli di Vincenzo di detto comune ha goduto sempre di una buona condotta politiche, e morale attaccato all’attuale Governo; benché trovasi latitante per una nera calunnia addossatagli da taluni malviventi

In fede della verità si rilascia il presente a richiesta del ? illegibile

Miranda 29 Dicembre 1863

 

Il Sindaco

Domenico Sabella

 

 

La Giunta Municipale

Clemente Pizzi

Beniamino Franceschelli

 

 

 

AMMINISTRAZIONE COMUNALE

N° 7

Miranda 8 Gennaio 1864

 

 

Al Signor Giudice Istruttore

del Tribunale del Circondario

d’Isernia

 

 

Visto

si unisca al processo

Isernia 9 Gennaio 1864

L’Istr.

  1. Nolè

 

Signore

volendo soddisfare la richiesta che ella mi faceva con uffizio del 6 andante mese fui sollecito riunire  sotto la mia presenza la Giunta municipale, alla quale reso assuntivo il lodato suo uffizio, rendeva sul suo tenore analoga deliberazione in data del 7 di questo mese istesso, che mi pregio farla pervenire a lei qui infogliato

Il Sindaco

Domenico Sabella

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rif. pag. 94

 

L’anno 1864 7 Gennaio – Riunitasi la Giunta Municipale del Comune di Miranda composta dagli assessori Sig.ri Beniamino Franceschelli e Clemente Pizzi sotto la Presidenza del Sindaco Sig. Domenico Sabella, ad oggetto di deliberare su affari concernenti la giustizia penale –

Di fatti il Sig. Sindaco ha ostensivo o offensivo un ‘ufficio del Sig. Giud. Istruttore presso il Tribunale di questo Circondario d’Isernia della data del 6  andante mese, concepito ne’ seguenti termini.

,, La prego farmi tenere un attestato di questa Giunta municipale, sulle relazioni tra l’Arciprete di ,,questo Comune Sig. Damaso Milano e sua Famiglia con D. Domenico Franceschelli di Vincenzo ,,di Miranda – Il Giudice Istruttore Errico Nolè,,

 

La detta Giunta interpellata in affare di tanta importanza e non potendo prevedere lo scopo cui mira, ha con tutta scrupolosità minato le relazioni che ripassano tra questo Arciprete Sig. Damaso Milano e sua famiglia con D. Domenico Franceschelli, prendendosi a giuda i fatti più annosi che meglio possano portare ad un giudizio certo – Ciò posto ha rilevato in fatto

Che nell’occasione del 1848, in materia di opinione il Sig. Franceschelli venne come liberale bastantemente perseguitato dal passato Governo, e gli elementi di perseguizioni venivano fornite dall’Arciprete Sig. Milano e Giuseppe gentile, i quali collegati hanno rimasto di loro un nome troppo odioso al paese per le calunnie saggiate tanto in danno del Sig. Franceschelli che di altri ancora –

Che per siffatte denunzie di liberalismo la Polizia del tempo delegava una istruzione a carico del Franceschelli eseguita dal Sig. Federico del Monaco, nella quale molta mano l’Arciprete ed il Gentile si ebbero in guisa che il Franceschelli non limitate persecuzioni si ebbe ?re, e solo trovò ancora di salvezza nel defunto Vescovo Saladino, che per salvare i due Sacerdoti Sig. Lucci, complicati né medesimi fatti, dovette necessariamente liberare da ulteriori punizioni il Sig. Franceschelli – Dal pari non è ad omettersi che per rifatto istinti di denunziare nel ripetuto Arciprete, i defunto vescovo l’obbligò rimanersi in castigo per più tempo nel Monistero di Venafro –

Che una tale Luisa Monti, cugina del ripetuto Sig. Franceschelli, storpia  ed in condizioni fisiche da non poterle permettere il matrimonio, l’Arciprete fecele prendere in marito un suo Nipote, in guisa che la roba della stessa, non maritandosi sarebbe ricaduta al Sig. Franceschelli, ed oggi certamente no, perlocché questo fatto fu ragione di novelle inimicizie –

Che per gli avvenimenti del 1860 contra il Sig. Franceschelli fu elevato il grido di  reazionario, quando nel 1848 lo era per liberalismo.

Ed è pubblicamente noto come il denunziante  Croce Pollice abbia il tutto ordito nella casa dell’ Arciprete Sig. Milano, tanto contra il Sig. Franceschelli che di altri ancora, di tal che la prima processura  venne dall’abolita G.C. Criminale di Molise  messa in non cale, e rinnovatesi le denunzie dal Pollice, queste, per sostenerle in quasi tutte vengoni indicati come testimoni il Sig. Arciprete e suoi nipoti –

Per siffatte ragioni, e per altre ancora

a voti unanimi

La Giunta, rispondendo alle inchieste del Sig. Giudice Istruttore, sul suo onore e coscienza dichiara ripassare tra il Sig. Arciprete D. Damaso Milano e sua famiglia con D. Domenico Franceschelli la più implacabile inimicizia, di tal che gli uni contro dell’altro, e l’altro contra gli uni non possono che operare nel fine di dare sfogo ad una vendetta personale, perlocché niuna fede i detti e scritti dell’Arciprete e sua famiglia contro Franceschelli, e di questi contra quelli possono meritare –

Di tutto ciò si è redatto la presente deliberazione da rimanere allegata nel corrispondente registro, rimanendo a carico del Sindaco  lo invio di una copia al Sig. Giudice Istruttore – Il Sindaco Domenico Sabella – Beniamini Franceschelli e Clemente Pizzi componenti la Giunta Municipale –

 

Visto del Sindaco

Domenico Sabella

Miranda 7 Gennaio 1864

 

Per copia conforme

Ludovico Gentile Segretario

 

Rif. pag. 96

 

AMMINISTRAZIONE

COMUNALE

N° 20

Miranda lì 17 Gennaio 1864

Signore

Le rimetto l’apoca dette nosicte     giusta il notamento ricevuto dagl’individui di questo Comune, meno in esso Clemente Pizzi che si fa tenere l’estratto; come pure i Certificati di fortuna dei medesimi per l’uso convenevole

Il Sindaco

Domenico Sabella

Al Signor

Sig. Giudice Istruttore

del Tribunale del Circondario

d’Isernia

 

segue estratto di nascita in latino di Clemente Pizzi 17 Novembre 1796

 

Rif. pag. 98

 

Si certifica da me qui sottoscritto Segretario Comunale di Miranda, che avendo perquisito i registri di nascita dagli atti dello Stato Civile di questo Comune ho rinvenuto D. Domenico Franceschelli figlio di Vincenzo, ed Angela Sabella, esser nato il giorno 23 Gennaio 1827

2 D. Nicola Franceschelli figlio di Nicandro, e Maria Gentile esser nato il giorno 10 Aprile 1815

3 D. Gaetano Sabella figlio di Giacinto e Domenica Mucci, esser nato il giorno 11 Febbraio 1832

4 Erennio Sabella figlio di Giacinto e Domenica Mucci esser nato il giorno 12 Aprile 1838

5 Giuseppe Patriarca figlio di Filippo, e Teodora Franceschelli, esser nato il giorno 17 Gennaio 1813

6 Beniamino Franceschelli figlio di Giambattista e Concetta gentile, esser nato il  giorno due Novembre 1825

7 Antonio Pizzi figlio di Clemente, e Felicia Tortola esser nato il giorno 11 Maggio 1835

8 Raffaele Pizzi figlio di Clemente, e Felicia Tortola, esser nato il giorno 20 Gennaio 1827

9 Domenico Sabella figlio di Liborio e Teresa Cassiano o Cofriano, esser nato il giorno 29 Gennaio 1820

10 Donato Pizzi, figlio di Giovanni e Pia Fasano, esser nato il giorno 24 Novembre 1818

11 Domenico Petrino figlio di Felice e Maddalena Apollonio, esser nato il giorno 24 Aprile 1840

12 Vincenzo Celli, figlio di Francesco e Maria Tortola, esser nato il giorno 16 Aprile 1814

In fede del vero ne rilasciamo il presente, da valere per uso di giustizia penale

Miranda 17 Gennaio 1864

Per copia conforme

Visto del Sindaco

Domenico Sabella                                                         Il Segretario comunale

Ludovico Gentile

seguono i certificati di fortuna ( catasto provvisorio di

Giuseppe Patriarca fu Filippo

  1. Domenico Franceschelli di Vincenzo

 

 

 

Rif. pag. 101

 

Si comunichi al Pubblico Ministero

 

Isernia li 2 Feb. 1864

Errico Nolè

 

 

Visti gli atti

Ritenuto che dal processo risultano gravi indizi di reità contro Clemente e Raffaele Pizzi, e per conseguenza è indispensabile interrogarli

Il Procuratore del Re

Richiede spedirsi contro i medesimi mandato di cattura

 

Isernia 14 Febbraio 1864

firma illegibile

 

 

Rif. pag. 102

 

Mandato di Cattura

 

Noi Errico Nolè Giudice del Tribunale Circondariale d’Isernia, Applicato all’Ufficio d’Istruzione

Visti gli atti del procedimento, e le conclusioni del Pubblico Ministero date de’ 14 Febbraio 1864 –

A tenore dell’art. 184 del Codice di Procedura Penale –

 

Ordiniamo

 

La cattura di Clemente Pizzi fu Vincenzo, di anni 67, contadino nato e domiciliato in Miranda, e del di lui figlio Raffaele, di anni trentasette contadino nato e domicilia in Miranda, come imputati di cospirazione ed attentato per cambiare la forma di Governo, eccitamento alla Guerra Civile tra gli abitanti della stessa popolazione, arresto arbitrario e grassazione in danno di Luigi Brunetti di Bojano, reato avvenuto in Miranda in Ott.e 1860, e contemplato dagli art. 156, 157, 596, 597, e 598 Codice Penale –

A tale effetto richiediamo l’arma de’ Reali Carabinieri di condurli avanti di Noi, uniformandosi alla Legge per essere i medesimi interrogati su i fatti loro addebitati

Richiediamo pure tutti i depositari e gli agenti della Forza pubblica di prestare man forte per l’esecuzione del presente mandato –

 

Isernia lì 17 Febbraio 1864

Il Giud. Ap.to all’Istr.e

Errico Nolè

Nota: Rimesso in doppio il mandato di cattura ai Carabinieri

 

 

Rif. pag. 103

 

Al Signore

Sig. Giudice Istruttore del Tble Circondariale d’Isernia

 

Signore

Clemente Pizzi, ed i suoi figli Raffaele, ed Antonio;

Giuseppe Patriarca, e Beniamino Franceschelli proprietarii domiciliati in Miranda sentendosi imputati per non so qual crimine, domandano di presentarsi alla Giustizia –

 

Isernia 21 Febbraio 1864

 

Giacomo Marrucino    Patrocina

 

 

Visti gli atti e la domanda

Visto il Decreto del 17 Feb.° 186 N° 4 °

Ritenuto che pel titolo del reato può essere applicata una pena superiore al primo grado dei lavori forzati, e per conseguenza la domanda di libertà provvisoria è inammissibile

 

Il Procuratore del Re

 

Chiede dichiararsi non esser luogo a deliberare sulla domanda

 

Isernia 29 Febbraio 1864

  1. Del Allocato ?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rif. pag. 104

 

Carabinieri Reali

7 Legione

Luogotenenza d’Isernia

N° 934 Div  3

Risposta alla lettera N° 521

del 17 Febbraio (abbr p° p°)

Carte ammesse

N° 1

OGGETTO

Invio processo verbale di

vane ricerche di Clemente e

Raffaele Pizzi da Miranda

 

 

All’Illmo Signor Procuratore

del Re presso il Tribunale

Circondariale d’Isernia

 

Isernia, 21 Marzo 1864

 

Qui soccartato pregiami trasmettere alla S.V. Ill.ma il processo verbale di vane ricerche dei nominati Clemente e Raffaele padre e figlio Pizzi da Miranda, colpiti da mandato di cattura da Codesto Sig. Giudice Istruttore come imputati di cospirazione ed attentato per cambiare la forma del Governo ed eccitamento alla guerra civile tra gli abitanti dello stesso comune ed altre, rimessami coll’emarginata riverita di lei nota, i quali risultano latitanti nei d’intorni di quel comune dove furono mai sempre stati ricercati infruttuosamente siccome protetti dai loro compaesani.

 

Il Luog,,te Comand,,te la Luog za

firma illegibile

 

Rif. pag. 105

 

Divisione di Benevento

Compagnia di Campobasso

Luogotenenza d’Isernia

Stazione d’Isernia

N° 124

 

Processo Verbale di vane

ricerche delli nominati

Clemente e Raffaele Pizzi

 

Carabinieri Reali

7 Legione

 

L’anno mille ottocento sessantaquattro alli venti del mese di Marzo verso le ore 10 ante nel comune di Miranda / Isernia

Noi Isolato 1° Antonio Vice Brigadiere, e Riva 4° Bartolomeo guardiano entrambi dell’arma assudi oapudi addetti alla qui contro ??tro stazione dichiariamo che vestiti della nostra divisa nell’ora e luogo su indicato si riunivano infruttuosamente al proprio domicilio ?? nominati Pizzi Clemente fu Vincenzo d’anni 70 , ed il di lui figlio Raffaele d’anni 26 entrambi di professione sarti nati e domiciliati in detto Comune, assieme colpiti da mandato di cattura spiccato da questo Sig. Giudice Istruttore in data 17 Febbraio 1864, trasmesso dal Sig. Comandante la Luogotenenza al Comandante la Stazione con ufficio del 18 p,,° p,,° Febbraio N. 515 siccome i suddetti individui trovasi imputati di cospirazione ed attentato per cambiare la forma di governo ed eccitamento alla guerra civile tra gli abitanti dello stesso comune ed altro, dalle indicate ricerche risulta che i medesimi sono latitanti nel tenimento comune proprio. Di quanto sopra abbiamo compilato il presente processo verbale di vane ricerche in duplice copia una da trasmettersi all’autorità richiedente ed alla ai nostri Sig. Superiori

Fatto e chiuso in Isernia data come sopra e siamo sottoscritto

 

Isoloato 1° Antonio V. Brigadiere

Riva 4° Bartolomeo ?????????

 

 

 

 

 

Connotati di Clemente

Statura alta, capelli misti

Ciglia ed occhi  castagni

Naso grosso, bocca media

Mento Tondo, viso ovale

Colorito naturale

 

di Raffaele

statura alta, capelli ciglia neri

barba crescente, occhi castagni

Naso Bocca regolare, mento

oblungo, viso ovale, colorito

naturale

 

Rif. pag. 106

Nota: Si comunichi al Pubblico Ministero per favorire le sue conclusioni in merito

Isernia lì 25 Marzo 1864

Il Giud. Ap.

Errico Nolè

Rif. pag. 107 in bollo da C.50

 

Al Sig. Giudice Istruttore

presso il Tribunale Circondariale d’Isernia

 

Signore

Clemente, e Raffaele Pizzi di Miranda inputati di crimine chieggono essere abilitati alla presentazione previa cauzione

Lo Sperino

Isernia 24 Aprile 1864

Gaetano Fazio difensore

 

Nota: Si comunichi insieme al processo al Pubblico Ministero

Il Giud.

  1. Nolè

 

Vista la sottoscritta domanda e gli atti

Ritenuto che la grassazione di cui sono imputati i petenti è quella deffinita dall’art.° li (dall’art. 4) dell’art. 596 Codice Penale, e per il a.li (N. 4°)del’art.597 vien punita coi lavori forzati a tempo ostensibile ad anni 15

Ritenuto in forza del Decreto dei 17 Febbraio 1861 tt li il beneficio della libertà provvisoria può essere accordato a tutti gl’imputati di crimine che ponno essere puniti con il 1° grado dei lavori forzati a tempo, quando il mandato di cattura non si trovasse eseguito: or nella specie concorrono tutti gli estremi indicati dallo accennato Real Decreto.

Ritenuto che la cauzione deve essere proporzionata alla fortuna dell’imputato, alla qualità del reato, ed ai danni che ha prodotto.

Visti gli articoli 197 e seguenti Codice di procedura penale

Il Procuratore del Re

Chiede farsi diritto alla domanda previa cauzione di L. 400 da prestare nei modi legali compresa la cifra di L. 100 per multa, ove non si presentassero all’esecuzione della sentenza, e fatto obbligo di eligere domicilio nella residenza di questo Tribunale

 

Isernia 26 Aprile 1864

firma illegibile

 

Rif. pag. 108

L’Istruttore

Visti gli atti contro

Clemente e Raffaele Pizzi di Miranda

Imputati di

Grassazione ne’ sensi del n° 4° dell’art° 596 cod. pen.

Letta la requisitoria del P.° M° di questo giorno

Vista la domanda di essi Pizzi, i quali hanno chiesto di spontaneamente presentarsi e rimanere in libertà provvisoria dietro cauzione –

Poichè il reato è punibile ne’ termini del citato articolo da meno del 2° grado dei lavori forzati dei lavori forzati –

Poichè la cauzione di quattrocento lire chiesta dal P° M° può equamente ricevere una minauzione

Ordina

Uniformemente alla requisitoria del P°M° che Clemente e Raffaele Pizzi sieno ammessi a spontanea presentazione con la cauzione di lire trecento, dietro obbligo di presentarsi ad ogni richiesta del Magistrato, ed eleggendo domicilio nella residenza di questo Tribunale

 

Isernia lì 26 Aprile 1864

? de Sanctis

 

note: Scritto ai Carabinieri pel richiamo del mandato di cattura

X

richiamandoli i mandati di cattura

? de Sanctis

 

 

 

 

 

Rif. pag. 109

 

in bollo C. 50

N: 590 del Reg. Mod°. vol:1° – fol:60

Clemente e Raffaele Pizzi di Miranda hanno depositato la somma di lire trecento per ottenere la libertà provvisoria, giusta l’ordinanza del Sig. Giudice Istruttore d’Isernia de’ ventisei andante num°. 244

Isernia lì 27 Aprile 1864

Il Ricevitore

 

 

V° per la validità del deposito e per la esecuz- della citata ordinanza

L’Istr.

? de Sanctis

 

 

 

fascicolo e

Tribunale del Circondario di Isernia – Corte d’Assise di Campobasso

Vol 7°

Volume delle deposizioni dei testimoni

 

Generalità degli imputati

Clemente Pizzi ed altri imputati nello annesso elenco

 

Titolo e data del reato

Cospirazione ed attentato contro il Governo e grassazione

 

Data dell’arresto

Fuori carcere

 

Indicazione della parte lesa

Luigi Brunetti

 

fino a pag. 179 non trascritte

 

FATTO STORICO ( Per gli avvenimenti del 17 e 18 ottobre 1860 a Castelpetroso)

Tribunale del Circondario di Isernia

 

Giudicato Regio di Carpinone                          Mandamento di Carpinone

 

Processo

Contro

 

Cosmo Armenti ed altri di Castelpetroso giusta il notamento annesso al volume 1°

 

Imputati di

 

Cospirazione ed attentato diretto a cangiare e distruggere la forma del governo e di altri reati, giusta il suddetto notamento annesso al Vol. 1° = avvenuti in Castelpetroso dal 6 al 18 ottobre 1860

 

Ben sei crudel se tu già non ti duoli

…………………………………………………

E se non piangi di che pianger suoli?

Dante

Fatto storico

 

“Moviamo taciti e rispettosi, orme leggiere stampiamo, giacché umana polve in questo suolo calpestiamo!

“Chi son desti?

“Seguaci del prode di Montevideo, del Varese, Marsala, Milazzo, Capua……..

“Come moriano e qui insepolti rimanevano?

“Il fratello da’ tristi sedotto

“Il fratello infelice svenò!

“E perchè?………. e quando?……..

“ed……. in………qual modo?

“Sperarono quelli un caduto trono rialzare e la sera del 17 ottobre 1860

“i secondi a colpi di pietra, o scure

“o fucile massacrarono ed uccisero.

 

Tale dolorosa storia narravaci amica voce, ma ben più funesta tragedia approfondimmo dalle seguenti pagine.

Si avvanziamo mesti, si orme leggiere stampiamo, chè troppo di questo suolo biancheggia di ossa di fratelli! Si una lagrima ed una prece di riposo a quelle anime sorelle a cui è amor tomba la valle, al par del calvario santificata, dal ruscello fiancheggiata e dalla solitudine circondata: la Valle che atteggiata a dolore non più produce la mesta viola, non più rallegra col canto dell’usignuolo, non più imparadisa coll’azzurro del cielo; il ruscello che non più mormora quasi a rispetto del riposo degli estinti, la solitudine che non più risponde colla dolente eco! Possa cittadina carità di gentile anima fare in modo da additarti ai lontani nepoti con modesta pietra ed umile croce! Chè, se il vederli ancora insepolti fa dispetto, anzichè attribuirlo ad umana neguizia, facciamolo dipendere dagli altissimi voleri di Dio che forse nell’avello medesimo non vuole uniti e l’uccisore e l’ucciso.

Ma i prodi di colui che fece rivivere gli Argonauti sotto Giasone, i 300 alle Termopoli, il pugno di Normanni sotto Guaimario e che riputavano tai cose o esagerazioni dell’antica favola, o finzioni del fervido intelletto de’ Greci, o slancio della delicata poesia italiana sino a tanto che non vedemmo ciò possibile colla spedizione de’ mille, com’erano sopraffatti in queste contrade? Vi furono Eroi che li superarono? No. Mirate gli sciagurati sedotti, vedeteli appiattati e dietro la quercia e dietro la rupe: aggrediscono l’inerme, son sopra a chi non ha compagni, ed uccidono e spogliano,e spogliano ed uccidono con aguato e prodizione!

Infelice de Sanctis! Sventurato Caropreso! I vostri carnefici son noti: la notte non ricopria col suo denso velo le mani che si rendeano impure col macchiarsi dello innocente vostro sangue! D’Uva Fiore, Forte Martino, Giancola Cosmo, Notte Isidoro, Vecchiarelli Addolorato e Vincenzo,

Zappitelli Amodeo, Carmine e Marino, di Francesco Domenico ed altri risponderanno alla Giustizia della vostra vita; ma voi cento altri a noi ignoti, e che pur mesti avete fatti o genitori o figli, o madri o spose, ed in mancanza di tutto noi vostri fratelli, la Patria, Deh sorgete, almeno per poco, ed additate di chi cadeste vittime, poichè a stento la giustizia potè liquidare Armenti Innocenzo, Bertone Domenico, Cicchino Fiore Michele, Cifelli Giovanni, Cifelli Nicola, D’Uva Giovanni, Follieri Giovanni, Follieri Celidonio, Follieri Nicola, Giancola Celidonio, Giancola Ginesio ed Agostino, Giancola Diamante, Ricci Liberato ed Alessio, Tamburro Nicola, Tamburro Domenico,Tamburro Giovanni, Toto Candido Zappitelli Domenico dal perchè il mistero della notte, come dicemmo, ricoprì, a nostro dispetto, i fraticidi, che l’un l’altro si celarono, si scusarono,                si difesero; e le vittrici truppe italiane, so pravvenute ? per vendicarvi, maggiormente fecer chiuder la bocca a’ colpevoli: e se i sopradetti con altri si scopriano o fu perchè appena consumato il reato ebbero la impudenza vantarsene nella lusinga d’un premio, come s’era lor fatto sperare da’ tristi, o perchè nel dì consecutivo non cessarono d’essere feroci, disumani.

Ma fu la speme di rialzare un trono che spinse le masse contro quest’infelici? No, tre volte no, già il dicemmo:

Il fratello da’ tristi sedotto

Il fratello infelice svenò

E noi spogliandoci da ogni prevenzione, da cronista imparziale dir dobbiamo che ne’ tre volumi del processo altro non vediamo che l’ingordigia della preda, il pregiudizio, il fanatismo religioso. Maledetto chi seppe profittare della ignoranza delle masse per inspirare a queste tali sentimenti! Il centesimottavo salmo è poca cosa per costui e più di questo s’abbia il disprezzo della posterità, l’abborrimento della Patria! I Garibaldini furono designati spogliatori delle sostanze, rapitori delle donne altrui, nemici di Dio e della Religione sua, ma chi leggerà queste carte ch’è vera storia, perche storia contemporanea, franca e scevra di passioni, si persuaderà che i borboni difensori non ebbero, o che almanco se indirettamente questi esseri negativi credettero giovarli non agirono co’ mezzi ch’ha l’uomo che appoggia la giusta causa, la causa del diritto. Gli atroci misfatti che si consumarono da’ pretesi difensori di chi si dice discendente di S. Luigi, non hanno neppure uno sdrucito lembo della veste politica; non onoriamo di tanto le belve in forma umana, saressimo simili alla Curia Romana che elevò a Santo un Gusman che la Società ebbe ribrezzo chiamare uomo!

Ma ancora Tranguggiamo sino all’ultima stilla il calice delle amarezze.

Il disgraziato Caropreso il 18 ottobre, giorno successivo alla disfatta della Colonna Nulli, è trovato seminudo, semivivo tra le campagne, E’ recato su di un asino in Castelpetroso: vuolsi menare in Isernia con altri compagni suoi, ma giunto al Cimitero S. Giuseppe / orribile e fatale coincidenza / cade spossato: domanda l’ultima parola del conforto dal ministro della Religione dell’Uomo-

Dio, e nel raccomandarsi l’anima, implora pel corpo, e forse si avea la vita ma sopraggiunge un tigre= Di Francesco Domenico= questi lo percuote, lo strazia: gl’impone gridare Viva Francesco 2  ,colla fede del martire cristiano grida Viva Vittorio Emmanuele  .   è ucciso……….là muore!

Pace all’anima tua, diletto fratello, il nome tuo da oggi prende onorato posto nel martirologio italiano, ed a me resta dire

“Bella immortal benefica

Fede ai trionfi avvezza

Scrivi amor questo…………

E troppo affranto l’animo nostro per occuparci di Armenti Giacomo che piucchè tristo stolto, ed anzichè stolto ebbro tentò promuovere una reazione nello stesso Comune di Castelpetroso il 6 ottobre. Lo seguirono chi per tema, chi per buona disposizione e chi benanco per frenarlo Martella Angelo, Felice Cifelli, d’Uva Nicola pel primo motivo, pel secondo Orfano Giovanni Cifelli Nicolangelo, Cifelli Giovanni, Cifelli Arsenio, d’Uva Cosmo, d’Uva Giovanni, Mancini Giuseppe d’Isernia, pel terzo Armenti Cosmo ed Armenti Fiore.

Spacciandosi lo stesso tener carta bianca e cariche concede e disarmi eseguisce, ed arresti consuma, che per buona ventura tristi conseguenze non produssero, poichè un uomo si trovò che tanto frastornò, quello stesso che da vero ministro della vera Religione cristiana tanti uccisi sepellì, vogliam dire Armenti Sacerdote Giovanni. 

Ma tacer possiamo di chi suscitò l’allarme contro i Garibaldini?  Elementi gravi contro Forte Tommaso, da denuncia presentata, risultavano. Fu questa sviluppata, e se gravi rimaser le pruove o svanirono; se idea di giustizia spinse il denunciante o privata vendetta, a chi giudicherà l’ardua sentenza. Fosse la seconda cosa chè ripugnerebbe il pensiero che pur l’uomo culto si fosse D’infamie macchiato, e questa nostra speranza è avvalorata quando vediamo ch’ il Forte co’ figli Ettore ed Ernesto furon bersaglio de’ tristi nel 6 ottobre detto anno.

Il Giudice

  1. di Giuseppe