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FATTO STORICO ( Per gli avvenimenti del 17 e 18 ottobre 1860 a Castelpetroso)

Tribunale del Circondario di Isernia

 

Giudicato Regio di Carpinone                          Mandamento di Carpinone

 

Processo

Contro

 

Cosmo Armenti ed altri di Castelpetroso giusta il notamento annesso al volume 1°

 

Imputati di

 

Cospirazione ed attentato diretto a cangiare e distruggere la forma del governo e di altri reati, giusta il suddetto notamento annesso al Vol. 1° = avvenuti in Castelpetroso dal 6 al 18 ottobre 1860

 

Ben sei crudel se tu già non ti duoli

…………………………………………………

E se non piangi di che pianger suoli?

Dante

Fatto storico

 

“Moviamo taciti e rispettosi, orme leggiere stampiamo, giacché umana polve in questo suolo calpestiamo!

“Chi son desti?

“Seguaci del prode di Montevideo, del Varese, Marsala, Milazzo, Capua……..

“Come moriano e qui insepolti rimanevano?

“Il fratello da’ tristi sedotto

“Il fratello infelice svenò!

“E perchè?………. e quando?……..

“ed……. in………qual modo?

“Sperarono quelli un caduto trono rialzare e la sera del 17 ottobre 1860

“i secondi a colpi di pietra, o scure

“o fucile massacrarono ed uccisero.

 

Tale dolorosa storia narravaci amica voce, ma ben più funesta tragedia approfondimmo dalle seguenti pagine.

Si avvanziamo mesti, si orme leggiere stampiamo, chè troppo di questo suolo biancheggia di ossa di fratelli! Si una lagrima ed una prece di riposo a quelle anime sorelle a cui è amor tomba la valle, al par del calvario santificata, dal ruscello fiancheggiata e dalla solitudine circondata: la Valle che atteggiata a dolore non più produce la mesta viola, non più rallegra col canto dell’usignuolo, non più imparadisa coll’azzurro del cielo; il ruscello che non più mormora quasi a rispetto del riposo degli estinti, la solitudine che non più risponde colla dolente eco! Possa cittadina carità di gentile anima fare in modo da additarti ai lontani nepoti con modesta pietra ed umile croce! Chè, se il vederli ancora insepolti fa dispetto, anzichè attribuirlo ad umana neguizia, facciamolo dipendere dagli altissimi voleri di Dio che forse nell’avello medesimo non vuole uniti e l’uccisore e l’ucciso.

Ma i prodi di colui che fece rivivere gli Argonauti sotto Giasone, i 300 alle Termopoli, il pugno di Normanni sotto Guaimario e che riputavano tai cose o esagerazioni dell’antica favola, o finzioni del fervido intelletto de’ Greci, o slancio della delicata poesia italiana sino a tanto che non vedemmo ciò possibile colla spedizione de’ mille, com’erano sopraffatti in queste contrade? Vi furono Eroi che li superarono? No. Mirate gli sciagurati sedotti, vedeteli appiattati e dietro la quercia e dietro la rupe: aggrediscono l’inerme, son sopra a chi non ha compagni, ed uccidono e spogliano,e spogliano ed uccidono con aguato e prodizione!

Infelice de Sanctis! Sventurato Caropreso! I vostri carnefici son noti: la notte non ricopria col suo denso velo le mani che si rendeano impure col macchiarsi dello innocente vostro sangue! D’Uva Fiore, Forte Martino, Giancola Cosmo, Notte Isidoro, Vecchiarelli Addolorato e Vincenzo,

Zappitelli Amodeo, Carmine e Marino, di Francesco Domenico ed altri risponderanno alla Giustizia della vostra vita; ma voi cento altri a noi ignoti, e che pur mesti avete fatti o genitori o figli, o madri o spose, ed in mancanza di tutto noi vostri fratelli, la Patria, Deh sorgete, almeno per poco, ed additate di chi cadeste vittime, poichè a stento la giustizia potè liquidare Armenti Innocenzo, Bertone Domenico, Cicchino Fiore Michele, Cifelli Giovanni, Cifelli Nicola, D’Uva Giovanni, Follieri Giovanni, Follieri Celidonio, Follieri Nicola, Giancola Celidonio, Giancola Ginesio ed Agostino, Giancola Diamante, Ricci Liberato ed Alessio, Tamburro Nicola, Tamburro Domenico,Tamburro Giovanni, Toto Candido Zappitelli Domenico dal perchè il mistero della notte, come dicemmo, ricoprì, a nostro dispetto, i fraticidi, che l’un l’altro si celarono, si scusarono,                si difesero; e le vittrici truppe italiane, so pravvenute ? per vendicarvi, maggiormente fecer chiuder la bocca a’ colpevoli: e se i sopradetti con altri si scopriano o fu perchè appena consumato il reato ebbero la impudenza vantarsene nella lusinga d’un premio, come s’era lor fatto sperare da’ tristi, o perchè nel dì consecutivo non cessarono d’essere feroci, disumani.

Ma fu la speme di rialzare un trono che spinse le masse contro quest’infelici? No, tre volte no, già il dicemmo:

Il fratello da’ tristi sedotto

Il fratello infelice svenò

E noi spogliandoci da ogni prevenzione, da cronista imparziale dir dobbiamo che ne’ tre volumi del processo altro non vediamo che l’ingordigia della preda, il pregiudizio, il fanatismo religioso. Maledetto chi seppe profittare della ignoranza delle masse per inspirare a queste tali sentimenti! Il centesimottavo salmo è poca cosa per costui e più di questo s’abbia il disprezzo della posterità, l’abborrimento della Patria! I Garibaldini furono designati spogliatori delle sostanze, rapitori delle donne altrui, nemici di Dio e della Religione sua, ma chi leggerà queste carte ch’è vera storia, perche storia contemporanea, franca e scevra di passioni, si persuaderà che i borboni difensori non ebbero, o che almanco se indirettamente questi esseri negativi credettero giovarli non agirono co’ mezzi ch’ha l’uomo che appoggia la giusta causa, la causa del diritto. Gli atroci misfatti che si consumarono da’ pretesi difensori di chi si dice discendente di S. Luigi, non hanno neppure uno sdrucito lembo della veste politica; non onoriamo di tanto le belve in forma umana, saressimo simili alla Curia Romana che elevò a Santo un Gusman che la Società ebbe ribrezzo chiamare uomo!

Ma ancora Tranguggiamo sino all’ultima stilla il calice delle amarezze.

Il disgraziato Caropreso il 18 ottobre, giorno successivo alla disfatta della Colonna Nulli, è trovato seminudo, semivivo tra le campagne, E’ recato su di un asino in Castelpetroso: vuolsi menare in Isernia con altri compagni suoi, ma giunto al Cimitero S. Giuseppe / orribile e fatale coincidenza / cade spossato: domanda l’ultima parola del conforto dal ministro della Religione dell’Uomo-

Dio, e nel raccomandarsi l’anima, implora pel corpo, e forse si avea la vita ma sopraggiunge un tigre= Di Francesco Domenico= questi lo percuote, lo strazia: gl’impone gridare Viva Francesco 2  ,colla fede del martire cristiano grida Viva Vittorio Emmanuele  .   è ucciso……….là muore!

Pace all’anima tua, diletto fratello, il nome tuo da oggi prende onorato posto nel martirologio italiano, ed a me resta dire

“Bella immortal benefica

Fede ai trionfi avvezza

Scrivi amor questo…………

E troppo affranto l’animo nostro per occuparci di Armenti Giacomo che piucchè tristo stolto, ed anzichè stolto ebbro tentò promuovere una reazione nello stesso Comune di Castelpetroso il 6 ottobre. Lo seguirono chi per tema, chi per buona disposizione e chi benanco per frenarlo Martella Angelo, Felice Cifelli, d’Uva Nicola pel primo motivo, pel secondo Orfano Giovanni Cifelli Nicolangelo, Cifelli Giovanni, Cifelli Arsenio, d’Uva Cosmo, d’Uva Giovanni, Mancini Giuseppe d’Isernia, pel terzo Armenti Cosmo ed Armenti Fiore.

Spacciandosi lo stesso tener carta bianca e cariche concede e disarmi eseguisce, ed arresti consuma, che per buona ventura tristi conseguenze non produssero, poichè un uomo si trovò che tanto frastornò, quello stesso che da vero ministro della vera Religione cristiana tanti uccisi sepellì, vogliam dire Armenti Sacerdote Giovanni. 

Ma tacer possiamo di chi suscitò l’allarme contro i Garibaldini?  Elementi gravi contro Forte Tommaso, da denuncia presentata, risultavano. Fu questa sviluppata, e se gravi rimaser le pruove o svanirono; se idea di giustizia spinse il denunciante o privata vendetta, a chi giudicherà l’ardua sentenza. Fosse la seconda cosa chè ripugnerebbe il pensiero che pur l’uomo culto si fosse D’infamie macchiato, e questa nostra speranza è avvalorata quando vediamo ch’ il Forte co’ figli Ettore ed Ernesto furon bersaglio de’ tristi nel 6 ottobre detto anno.

Il Giudice

  1. di Giuseppe